Nella partita dei diritti tv della Serie A ora la palla è all'Antitrust. Entro 45 giorni dovrà dare il via libera all'assegnazione a MediaPro, in toto o con alcuni limiti, oppure dichiararla inammissibile.
Il piano MediaPro per una Serie A come Premier
"Non dovrebbero assolutamente disdire gli abbonamenti ma stare fermi e aspettare", secondo De Siervo, più che soddisfatto per aver tenuto fermo l'obiettivo dopo un bando andato a vuoto e un altro finito con offerte 200 milioni sotto le aspettative, e aver infine accompagnato la Lega a un matrimonio inedito, con un partner straniero che farà da distributore. "In ogni mercato ci sono dei passaggi di rottura ed è quello che è successo ieri. Il vecchio modello costringeva a vendere esclusive molto costose impedendo ai soggetti più piccoli di partecipare. Il calcio avrà maggiore esposizione - ha detto De Siervo a 'Tutti convocati' su Radio 24 -. Il mercato si è aperto. Non cambieranno le abitudini dei telespettatori: potranno restare abbonati a Sky o Mediaset e abbonarsi ad altre piattaforme. Il calcio sarà più visibile a tutti con modalità più coerenti col nostro modo di vivere". La svolta è stata approvata con una delibera superflua (oltre il prezzo minimo l'offerta era accettata automaticamente) con voto unanime, ma i club sono meno compatti su altri temi, come le nomine. Dopo l'assemblea sui diritti tv, Lotito ha provato ad accelerare. Non è l'unico a covare l'idea di eleggere un presidente prima del ritorno del commissario Giovanni Malagò dalla Corea, ma finora non è emerso un nome su cui convergono i 14 voti necessari. Non è escluso un tentativo nell'assemblea che dovrebbe riunirsi mercoledì prossimo. Lotito punta ancora su Vegas, c'è chi ha proposto l'ad della Roma Gandini, ed è sempre in corsa il vice commissario Nicoletti. Per il ruolo di ad, Cairo spinge lo spagnolo Tebas, alternativa a De Siervo, che intanto ha vinto la sua partita sui diritti tv.