Figc in linea con il ministero dello Sport: "Non c'erano nessun accordo e nessuna indicazione di date" per la ripresa del campionato. Lo hanno confermato stamani all'ANSA fonti della Federcalcio dopo la polemica di ieri sera tra la Lega di A e il ministro Spadafora in riferimento alla riunione tra le componenti del calcio italiano dello scorso 22 aprile. Durante quel confronto in videoconferenza, hanno spiegato da Via Allegri, "è stata la Lega di Serie A a manifestarne l'esigenza, non appena le condizioni lo avessero consentito". Il presidente della Figc Gabriele Gravina, è stato ora precisato, intende approfondire la situazione nella riunione del prossimo Consiglio federale dell'8 maggio; anche per questo, tali "fughe in avanti sono ritenute dannose per il calcio italiano".
E' un fatto appurato, d'altronde, che il mancato via libera per il calcio da parte del governo non sia affatto piaciuto alla Serie A: la Figc ha tentato allora di rilanciare chiedendo l'attenzione da parte del Comitato tecnico scientifico; mentre la Lega ha fatto sapere di considerare il 14 giugno l'ultima data utile per far ripartire il campionato, con 4 settimane per rimettere in condizione i calciatori. Fonti della Lega hanno poi aggiunto che al governo erano state chieste due date: una per la ripartenza degli allenamenti e una per il campionato, e che sarebbe stato disatteso un accordo politico raggiunto nei giorni scorsi.
Fra i dirigenti dei club circola stupore anche per l'intervento di ieri del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che, in una diretta Facebook, ha espresso perplessità sul protocollo della Figc ("è ancora insufficiente") e ha definito "ridicole le affermazioni di un complotto contro la Serie A": "Mi muoverò sempre nella consapevolezza che il mondo del calcio va salvato".
Sono ancora tanti, dunque, i nodi da scogliere per vedere una concreta possibilità per la ripresa della Serie A, il cui Consiglio di Lega si è riunito d'urgenza in maniera informale per fare un primo punto della situazione. Il Dpcm che ha dato il via libera alla fase 2 non ha portato il sereno sperato e atteso. Anzi, ha alimentato la sindrome di accerchiamento e il nervosismo. Ricominciare il 18 ad allenarsi per poi magari non tornare in campo avrebbe il sapore di una beffa: la sensazione, in effetti, è quella di essere semplici spettatori in attesa degli eventi, mentre la tempistica e la road map verso la ripresa ha lasciato perplessità.
Il presidente Gravina, tuttavia, ha ordinato di dare un taglio alle polemiche e di fare "gioco di squadra": ha chiesto un confronto
con il Comitato tecnico scientifico per sistemare il "rigoroso protocollo" messo sul tavolo e si è detto pronto ad "integrarlo e modificarlo". "L'orizzonte prospettato dal governo - ha detto - ci consente di ripartire, lavoriamo per farlo in sicurezza. Siamo pronti a recepire le indicazioni dello stesso Comitato, del Coni e riconoscendo l'Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto. Una volta migliorato, ci potranno essere tutti i presupposti per il via libera definitivo al 18 maggio".
Spadafora ha quindi ribadito: "Devo scongiurare che la ripresa dello sport possa avere nuovi contagi, dobbiamo poterlo fare rispettando le necessarie regole. Daremo il massimo in modo che tutti si possa riprendere in sicurezza e usufruire del benessere che lo sport consente".
I tempi, però, sono strettissimi: l'idea più plausibile resta quella di disputare le partite dopo la prima settimana di giugno, con 8 o 9 weekend e 4 o 5 turni infrasettimanali per completare la Serie A entro il 4 agosto. L'incognita è la Coppa Italia, senza più date utili, ma la priorità è al campionato.
Nel caso in cui, poi, Sky, Dazn e Img non pagheranno entro il primo maggio la rata da 222 milioni di euro, non è esclusa un'immediata azione legale sulla spinta di diversi club. Quei soldi sono infatti necessari per non far esplodere il sistema.
Inoltre, le preoccupazioni per la salute dei giocatori sono più che legittime: oltre ad essere più esposti al coronavirus (l'Inail li ha inseriti tra le categorie più a rischio), scenderanno in campo sotto il sole estivo e con pochi allenamenti nelle gambe, ferme da oltre due mesi. Per diminuire il rischio di infortuni, la Fifa ha proposto all'Ifab una deroga al regolamento per consentire cinque sostituzioni.
Fonti del ministero dello sport, nessun accordo su data del riavvio della 'A' - "La data della ripartenza del campionato è stata espressamente esclusa dalla discussione intercorsa nella riunione con FIGC, Leghe e tutte le componenti del mondo calcistico tenuta la settimana scorsa. Su questo il Ministro si aspetta il chiarimento del presidente della Figc Gravina". Fonti del ministero dello sport puntualizzano all'Ansa che ''nessun accordo sul riavvio della Serie A è stato raggiunto nei giorni scorsi". "Il protocollo presentato e oggetto di approfondimento in questi giorni infatti riguarda esclusivamente la ripresa degli allenamenti. Nessun impegno è stato assunto dal Governo per un arco temporale così lungo, non potendo fare previsioni su decisioni che possono essere valutate - conclude la fonte del ministero dello sport - solo osservando l'andamento della curva dei contagi e sulle indicazioni che il comitato tecnico scientifico potrà dare".
"Abbiamo sempre affermato di voler ripartire quando ci sarebbero state le condizioni e l'orizzonte prospettato dal Governo ci consente di farlo". Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina sulla prospettiva di ripartenza anche del calcio. "Siamo convinti della strada che abbiamo intrapreso perché è seria e responsabile, l'unica che persegue l'interesse generale del sistema e quello più complessivo dello sport italiano che, per diversi motivi, sarebbe anch'esso danneggiato dallo stop definitivo del campionato di Serie A" aggiunge Gravina.
Federcalcio al governo: 'Ora ci ascolti il Cts' - La federcalcio ha chiesto di essere ascoltata dal Comitato Tecnico Scientifico che coadiuva il Governo nella gestione dell'emergenza Covid-19. "La nostra Commissione medico scientifica - osserva il presidente federale Grabriele Gravina - ha stilato un protocollo molto rigoroso, come hanno fatto tutti gli altri settori che ambiscono alla ripartenza, ma siamo pronti ad integrarlo e a modificarlo recependo le indicazioni del Cts, del Coni e riconoscendo l'FMSI quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto". - "Lavoriamo per far ripartire il calcio in sicurezza, non per farlo ripartire e basta.
Continueremo a dialogare con le istituzioni animati dallo spirito di collaborazione che ci ha sempre contraddistinto, avanzando proposte, recependo osservazioni e proponendo soluzioni"- la dichiarazione del n.1 della Figc, che il punto della situazione sul percorso intrapreso dalla Federazione per consentire la ripartenza, in tempi ragionevoli, "di un settore molto importante per il Paese, sia sotto il piano sportivo che dal punto di vista produttivo e occupazionale".
"Abbiamo sempre affermato - continua Gravina - di voler ripartire quando ci sarebbero state le condizioni e l'orizzonte prospettato dal Governo ci consente di farlo. Siamo convinti della strada che abbiamo intrapreso perché è seria e responsabile, l'unica che persegue l'interesse generale del sistema e quello più complessivo dello sport italiano che, per diversi motivi, sarebbe anch'esso danneggiato dallo stop definitivo del campionato di Serie A". A questo proposito, avendo appreso dell'esistenza di alcune annotazioni in merito al protocollo sanitario presentato la scorsa settimana, la Figc ha chiesto di essere ascoltata dal Comitato Tecnico Scientifico che coadiuva il Governo nella gestione dell'emergenza Covid-19 proprio per trovare una strada condivisa. "La Commissione medico scientifica della Figc ha stilato un protocollo molto rigoroso, come hanno fatto tutti gli altri settori che ambiscono alla ripartenza - afferma il presidente federale -; ma siamo pronti ad integrarlo e a modificarlo recependo le indicazioni dello stesso Comitato, del CONI e riconoscendo l'Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto. Una volta migliorato, ci potranno essere tutti i presupposti per il via libera definitivo al 18 maggio".
"Siamo concentrati sulla fase più delicata dell'emergenza generata dall'epidemia di Coronavirus - aggiunge Gravina - lavoriamo incessantemente per definire le migliori condizioni per il completamento dei campionati sospesi, pianificando in modo responsabile tutti i passi da compiere, ma anche per definire gli scenari futuri. Ho convocato il Consiglio Federale per l'8 maggio proprio per delimitare il perimetro regolamentare nel quale operare".
"In un momento delicato come quello che stiamo vivendo - conclude il n.1 della Figc -, un periodo dove è stato necessario dividere le discipline sportive in individuali e collettive, rivolgo un invito, da semplice tifoso di calcio, a mettere da parte le polemiche sterili, a lavorare insieme e a giocare di squadra per superare la crisi"