Con il fiato grosso, ma ce l'ha fatta. Venti anni dopo l'ultima volta, stagione 2000-2001, la Lazio è negli ottavi di finale dell'Europa che conta, la Champions League.
Forse la Lazio, prima di accusare il colpo del gol del 2-2 al 31' st segnato da Vanaken con un bel colpo di testa, ha pensato troppo presto di avercela fatta, ha cercato di addormentare la partita invece di chiuderla cercando con decisione la terza rete, ed è stato intempestivo Inzaghi a fare tre cambi in contemporanea togliendo qualità, ovvero Luis Alberto, Lucas Leiva e Immobile, per mettere dentro la fisicità di Caiceido, Escalante e Akpa Akpro. Solo l'ecuadoregno si è reso pericoloso, con un'incursione sulla destra e poi assist al bacio su cui però nessun compagno si è fatto trovare pronto. Alla fine comunque la qualificazione, da seconda del girone F, è arrivata ed è quello che conta, pur se la squadra ha dimostrato di non avere una condizione fisica ideale e ad un certo punto ha accusato la paura di non farcela. Ma essere fra le migliori 16 di Europa è qualcosa che rimane. La Lazio ha sbloccato il risultato con Correa che al 12' ha ribadito in rete dopo che Mignolet aveva respinto la conclusione di Luis Alberto. Tre minuti dopo il pari del Bruges, con Vormer bravo a ribadire in porta dopo che Reina si era salvato in qualche modo su un tiro di Lang. Al 27' Lazio di nuovo avanti con il rigore trasformato dal solito Immobile, in precedenza steso in area da Clinton Mata. Sotto un nubifragio veniva poi espulso Sobol per un fallaccio, l'ennesimo, su Lazzari. Ripresa con brivido iniziale, visto che Correa sfiora la terza rete, poi match al piccolo trotto fino al pari del Bruges e poi le emozioni finali. La Lazio tira un sospiro di sollievo, l'Europa è ancora sua. Non avrà brillato, ma si è qualificata, da seconda ma da imbattuta e anche questo conterà qualcosa.
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