Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina è stato nominato vicepresidente dell'Uefa al termine del comitato esecutivo, svoltosi dopo la rielezione alla presidenza, per acclamazione, di Aleksander Ceferin. Lo fa sapere la confederazione calcistica europea con una nota in cui si precisa che l'altro nuovo vicepresidente è la gallese Laura McAllister.
Ceferin, in Europa non c'è spazio per i cartelli - "Il calcio è cambiato, è uno specchio della società. I club rischiano per investimenti, i tifosi perdono l'identità. Stiamo correndo contro una globalizzazione galoppante e non dimentichiamo tutto ciò che questo implica, benefit e rischi. Il calcio europeo è già globale, ne stiamo pagando il prezzo. C'è stato il tentativo di creare un nuovo modello rispetto a quello che conosciamo bene. Ma il nostro modello è basato sul merito sportivo, sempre, Il merito non può essere un diritto acquisito, può essere solo guadagnato, stagione dopo stagione. In questo continente non c'è spazio per dei cartelli". Nel suo discorso al Congresso dell'Uefa che oggi lo ha rieletto presidente (resterà in carica fino al 2027), Aleksander Ceferin torna a parlare della Superlega e delle trasformazioni in atto nello sport più popolare del mondo. "Crediamo di averlo fatto capire, tutti insieme. Il calcio fa parte delle nostre radici, è l'ultimo asset pubblico che va privatizzato - dice ancora Ceferin -. Appartiene a tutti coloro che amano questo sport meraviglioso. Dobbiamo far sì che l'interesse di tutti prevalga su quello dei privati". E ancora sul progetto della Superlega: "non entrerò nei dettagli di questo piano malato portato avanti da tre club, due finanziatori e un portavoce. Chi ha promosso questo progetto sta rivendicando il fatto di voler salvare il calcio. È davvero incredibile che nessuno abbia mostrato vergogna". "Nello spazio di pochi mesi, il progetto chiamato Superlega è stato trasformato in un protagonista di Cappuccetto Rosso - continua Ceferin -, un lupo travestito da nonna che è pronto a mangiarti. Ma qui qualcuno è stupido? Non credo". Per il presidente della Uefa ci sono due opposte visioni del mondo, e del calcio: "egoismo contro solidarietà, grettezza e benevolenza, interessi privati contro altruismo, vergognose bugie e la verità. Sono cartelli al di sopra della meritocrazia e della democrazia, sono i soldi sopra i trofei. Se c'è una cosa che non dobbiamo dimenticare, è che nessuno deve pensare che il calcio non sia lo sport del popolo. Dobbiamo sfatare il mito che l'industrializzazione del calcio sia un processo inevitabile".