Calcio

Bonaventura e l'azzurro senza età, 'credo nel merito' 

'Non pensavo di tornare a 34 anni: è per papà che non c'è più'

Redazione Ansa

"Ci sono stati momenti in cui ho pensato che non ci sarebbe stato più posto per me in Nazionale, perché nel mio ruolo c'erano calciatori più esperti poi perché si voleva ringiovanire la rosa. Ma ho sempre creduto nel merito: se uno gioca bene e si dimostra fra i migliori deve stare in nazionale. Io non ho mai mollato e ora sono contento di iniziare questa avventura". Jack Bonaventura dimostra che a 34 anni tutto è ancora possibile, segnare 4 gol nelle prime 8 gare di campionato in una Fiorentina salita al 3° posto e ritrovare la maglia azzurra tre anni dopo l'ultima volta (ottobre 2020, la dedica è speciale: "A mio padre Gianfranco scomparso un anno fa. Lui era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con la Nazionale" ha detto il centrocampista commosso. Non sa ancora se e come Luciano Spalletti lo impiegherà fra sabato contro Malta o martedì a Londra contro l'Inghilterra, intanto il ct lunedì rispondendo ad una battuta lo ha definito "il nostro Bellingham" riferendosi al talento inglese del Real Madrid. ''I paragoni li lascio fare a voi giornalisti, ognuno ha la sua storia e il suo carattere - la riflessione di Bonaventura - Io so che dopo aver chiuso l'esperienza al Milan volevo dimostrare di essere ancora un giocatore importante. La Fiorentina si è confermata l'ideale per tornare ad alti livelli e il lavoro di Italiano mi ha dato fiducia e stabilità". Oltretutto il modo di giocare del tecnico viola ha analogie con quello di Spalletti: "Ci sono aspetti diversi ma a grandi linee, da quanto visto in questi giorni, si somigliano". La prima convocazione in Nazionale fu 10 anni fa ma la sua esperienza azzurra ha avuto alti e bassi. "Ho sempre cercato di fare del mio meglio perché vestire questa maglia è il sogno di tutti. Nel calcio ci sono cose che dipendono da te e altre no. Ora me la voglio godere giorno dopo giorno sapendo di poter essere utile. Un pensierino all'Europeo? Perché no. Tutto passa sempre da ciò si fa nel club e io voglio continuare come sto facendo". Alla domanda se ci sono segreti per questa sua longevità ha sorriso: "Nessuno: mi alleno, mangio bene, vado a letto presto. Il calcio è la mia passione, ci tengo a fare le cose seriamente. Ed è presto per studiare da allenatore: ho sempre cercato di imparare da tutti i tecnici che ho avuto e ancora adesso voglio imparare, ma penso solo a giocare che è una cosa che porta via tante energie fisiche e mentali". Chiusura con commento sula calo costante dei calciatori italiani convocabili: "I numeri dicono questo, per la Nazionale è un problema trovare elementi pronti. Le società hanno poi anche vantaggi fiscali nel prendere giocatori stranieri e ciò penalizza i nostri giovani".
   

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