Calcio

Kefiah e tifo, la Palestina in campo per i Mondiali

In Kuwait vince l'Australia 1-0 ma il sogno continua

Redazione Ansa

Un pareggio che tiene in vita il sogno Mondiale, anche se arrivare a giocare nel torneo che si disputerà in tre nazioni (Canada, Messico e Usa) rimane un'impresa difficilissima. Intanto però la Palestina del calcio cerca di regalare un po' di gioia alla sua gente, pur essendo sempre costretta ad 'emigrare', non potendo giocare in casa.

Questa volta lo ha fatto, perdendo 1-0 contro l'Australia, nello stadio Jaber Al Ahmad di Kuwait City che può contenere 60mila spettatori. Non era pieno, ma a vedere la partita sono andati in tanti, quasi tutti tifosi della Palestina, con tanto di bandiere in mano e kefiah al collo, la stessa che si sono messi i giocatori e il loro tecnico quando hanno posato per la tradizionale foto del prepartita.

E' stata una sconfitta di misura, perché ai 'Socceroos' che devolveranno parte dei loro premi a organizzazioni umanitarie che stanno operando nella Striscia di Gaza è bastato un gol al 18' del difensore Souttar per vincere e rimanere a punteggio pieno, 6 punti in 2 partite. Ma, in questo girone I delle qualificazioni asiatiche, si passa alla fase successiva anche con il secondo posto, ed è proprio su questo che conta la Palestina, che ha ha 1 punto come il Bangladesh ed è a -1 dal Libano, contro cui ha pareggiato 0-0 nella partita di giovedì scorso.

Per ora va bene così per questa squadra che, come ha raccontato il ct Makram Daboub, gioca priva di tre elementi importanti "perché non sono riusciti a lasciare la Striscia di Gaza". E allora avanti così, e "cercate di capire - ripete Daboub -: i miei vivono in uno stato di ansia costante, a causa della guerra e di ciò che sta accadendo. Come si fa a non pensarci? Ma siamo assolutamente orgogliosi di rappresentare il popolo della Palestina". In completa tenuta rossa, i suoi hanno dato tutto contenendo una squadra, quella australiana, in teoria superiore di molto. Con particolare vigore, facendosi anche ammonire, si è battuto Jonathan Cantillana, 31enne cileno nato a Santiago ma da tempo 'arruolatosi' alla causa palestinese.

Stesso destino per il 24enne Camilo Saldana, esterno sinistro anche lui cileno (gioca nel campionato di Serie B del paese in cui è nato) ma palestinese a livello di nazionale. La loro 'garra' è il simbolo dello spirito con cui gioca la selezione con la kefiah, e il sogno continua per regalare un po' di speranza alla gente di Gaza.
   

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