Calcio

Salta proroga del Dl crescita, club serie A delusi 

Stop agli sconti per gli stranieri per il mercato di gennaio, come chiedeva l'Aic 

Redazione Ansa

fuma in consiglio dei ministri l'ipotesi, emersa alla vigilia della seduta, di una proroga se pur breve delle agevolazioni agli sportivi in arrivo dall'estero prevista dal dl Crescita. Un provvedimento molto atteso dalle società ormai sulla soglia del mercato invernale al via a giorni, ma che vedeva invece la contrarietà del sindacato calciatori.

E la seduta del governo, un po' a sopresa, ha deluso i club - ora preoccupati per gli effetti e costretti a rivedere i piani di rinforzo - e accontentato proprio l'Aic, che aveva scritto ai ministri Giorgetti e Abodi chiedendo di non prorogare il provvedimento, a tutela dei giovani calciatori italiani, svantaggiati da una normativa fiscale che incentiva l'utilizzo di stranieri.

Il provvedimento che doveva arrivare sul tavolo del cdm prevedeva che le agevolazioni fiscali sarebbero rimaste valide per atleti che trasferivano in Italia la residenza entro il 31 dicembre o per i rapporti di lavoro sportivo stipulati entro la stessa data e prorogate al 29 febbraio per le società in regola con i contributi. Una finestra che sarebbe rimasta aperta quindi per tutto il mercato invernale, in calendario dal 2 gennaio all'1 febbraio prossimi, ma l'odierno dietrofront l'ha invece chiusa, facendo scadere il provvedimento, come previsto, il 31 dicembre, facendo salvi i contratti in essere. La Lega Serie A ha espresso "stupore e preoccupazione" per la mancata proroga, una decisione che avrà "un esito diametralmente opposto a quello perseguito: minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l'erario". L'associazione delle società del massimo campionato lamenta che "sia prevalsa una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci" e auspica che "il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto".
   

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