(ANSA) - LONDRA, 25 GEN - Un documentario per raccontare una
pagina triste e finora oscura di storia familiare, ma
soprattutto per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla
sindrome di Stargardt che rende chi ne soffre "clinicamente
cieco": questo il destino di James Owen, figlio del Pallone
d'Oro Michael, già centravanti di Liverpool, Real e Manchester
United, Inghilterra. L'ex attaccante della nazionale inglese ha
deciso di raccontare davanti alle telecamere la malattia alla
retina, ancora incurabile, con la quale suo figlio è costretto a
convinvere da quando aveva otto anni, e che lo ha portato ad una
grave ipovisione.
"Se potessi gli donerei i miei occhi - ha dichiarato Owen -.
Come ogni genitore, vorrei poter eliminare tutti i problemi.
All'inizio guardavo soprattutto gli aspetti negativi, ora siamo
concentrati sulle carte che gli ha servito il destino, perché le
usi al meglio". Sforzandosi di avere sempre un approccio
positivo da trasmettere al figlio, oggi 18enne: "Continuiamo con
la vita e ci divertiamo moltissimo. Ho molto di cui essere
orgoglioso perché è diventato un ragazzo brillante".
Owen ha anche ammesso di avere poca voglia di parlare in
pubblico della patologia del figlio. "Quando mi chiedono se sia
bravo nel giocare a calcio, rispondo che odia il pallone. Ho
inventato decine di scuse nel corso degli anni per non
affrontare l'argomento, che trovo noioso. Andiamo a letto ogni
notte pregando che venga scoperta una terapia, ma preferisco
concentrarmi sugli aspetti positivi, come quando devo fare il
tassista per lui, e ne sono felice. Ci tiene vicini". (ANSA).
Calcio: Owen racconta del figlio cieco 'gli darei i miei occhi'
L'ex attaccante in un documentario rivela la malattia di James