"Non siamo soddisfatti, dei cambiamenti potrebbero avvenire", sono le parole che scuotono la serata del Milan a poche ore dalla partita contro la Lazio e arrivano proprio dalla voce del numero uno del club rossonero Gerry Cardinale.
Il proprietario di Red Bird, intervenuto al Business of Football Summit organizzato dal Financial Times, seduto al fianco di Zlatan Ibrahimovic - non nasconde il suo malcontento per i risultati che la squadra è riuscita ad ottenere. Cardinale vuole vincere e il cambiamento, l'evoluzione non lo spaventa, anzi è necessaria.
"Penso che valuteremo i cambiamenti. Se possiamo migliorare, metteremo intorno a me persone migliori. Mi sono affidato a Zlatan - spiega Cardinale - per raccogliere le opinioni, le prospettive e i consigli sulla possibilità di un cambiamento. Direi che tutto ciò che riguarda il Milan deve cambiare. Ma forse evolvere è una parola migliore. Quindi esamineremo i metodi e il personale. Ci sono molti infortuni. Non sono soddisfatto. Zlatan non è soddisfatto del fatto che non siamo al primo posto in Serie A". Ancora una volta, come già accaduto nella lettera di Natale ai tifosi, pubblicata anche in quel caso qualche ora prima del match contro la Salernitana, ammette l'insoddisfazione per il rendimento della squadra. "Il Milan è una squadra molto giovane e piena di novità - ammette Cardinale - in realtà non stanno andando male. Ma questo non ci basta. Abbiamo ancora del lavoro da fare. Dei cambiamenti potrebbero avvenire". Centrale resta il tema degli infortuni, una situazione che Cardinale definisce "assolutamente penalizzante" perché "cerchiamo di essere attenti al modo in cui strutturiamo il monte ingaggi dei giocatori facciamo tutto questo lavoro e poi ci presentiamo senza far giocare tutti i giocatori, che senso ha?". Fondamentale nel disegnare il futuro del Milan sarà Zlatan Ibrahimovic che, seduto al suo fianco nell'evento del Financial Times, viene definito da Cardinale il suo "delegato". "Io e Ibrahimovic Ci sentiamo più volte al giorno. E ha l'autorità di essere la mia voce con i giocatori, con lo staff, con tutti a Casa Milan. Questo è molto importante. E ciò che è davvero importante è che ha una grande credibilità. Il modo in cui si comporta, il modo in cui riesce a parlare ai giocatori con la voce della proprietà, è incredibilmente unico. E io voglio questo. Non voglio entrare nello spogliatoio e fare così. Voglio che sia Zlatan a farlo". Ibra parla a nome della proprietà e ha ìquindi un ruolo cruciale all'interno del Milan. E Ibra non ha saputo dire di no "ad un'offerta che non potevo rifiutare". "Sono eccitato, ho tanta ambizione. È tutto nuovo, parto da zero. Ho tanto da imparare, tanto da migliorare, ma tanta voglia di fare. Abbiamo grande ambizione: c'è la visione di Cardinale e la visione italiana".
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