Calcio

Serie A: La Lazio in 8 va ko all'Olimpico, il Milan vince 1-0

Decisivo Okafor. Tensione nel finale. L'ira di Lotito: 'Passato ogni limite'

Redazione Ansa

Lazio-Milan 0-1  LA CRONACA

Quando una partita finisce con 11 ammoniti e 3 espulsi, vuol dire che non una, ma molte cose sono andate storte, nell'arbitraggio e nell'atteggiamento delle due squadre. Questa è la storia di Lazio-Milan, una sfida nervosa e bruttina in cui alla fine sono saltati i nervi a tutti: il Milan torna a casa col bottino pieno, portandosi a un punto dalla Juve seconda, mentre i padroni di casa chiudono inferociti e a bocca asciutta.

La Lazio era costretta a vincere, non solo per gli otto di distanza dal quarto posto Champions occupato dal Bologna, ma anche per riprendersi dallo sconfortante ko in casa della Fiorentina, lunedì scorso. Non è andata così, e l'umore in vista del ritorno degli ottavi di Champions contro il Bayern, mercoledì prossimo, dopo stasera non può che essere più cupo di prima, anche per via di alcuni episodi arbitrali che non sono andati giù alla Lazio. Il 190esimo confronto di sempre tra i due club coincide con l'86esimo successo rossonero, l'ottavo negli ultimi dieci precedenti.

All'andata era finita 2-0 per il Diavolo: era inizio stagione, la Lazio stava vivendo un momento non facile, ma a distanza di mesi la storia si ripete. Sarri sceglie di cambiare la formazione titolare, quasi invariata nelle ultime cinque uscite: dentro Pellegrini, Vecino nelle vesti di regista "muscolare" e Castellanos al posto di capitan Immobile (più Zaccagni, titolare dopo un mese e mezzo).

Sugli spalti c'è anche Zlatan Ibrahimovic, ma la presenza dell'asso svedese allo stadio non migliora lo spettacolo in campo: il primo tempo è un brutto spot per la Serie A, con poche emozioni ed errori in fase di costruzione da entrambi i lati. I biancocelesti però accumulano le occasioni più ghiotte: una deviazione (su calcio d'angolo) di Vecino fuori di poco, e una richiesta di rigore per l'uscita di Maignan, che stende in uscita Castellanos. Di Pulisic prima dell'intervallo, invece, l'unico tiro degno del Diavolo. La mediocrità generale sembra aleggiare anche sul secondo tempo, quando al 12' un episodio cambia l'inerzia della gara:

Pellegrini (già ammonito) vedendo un proprio compagno a terra pensa che Pulisic interromperà la corsa ma nn è così, poi strattona e butta giù l'americano. Con l'uomo in meno, la Lazio si vede costretta a cambiare faccia e interpreti: l'ingresso di Immobile e Isaksen smuove le acque, col capitano che servito dal danese va vicinissimo al tap-in del vantaggio. Al Milan viene annullato un gol di Leao per fuorigioco, ma al 43' il subentrato Okafor (in gol anche all'andata) segna su una respinta in area. I minuti finali sono infuocati, con ammonizioni a raffica e Di Bello che perde il controllo della gara, buttando fuori Marusic e Guendouzi. A nulla valgono le urla di Sarri, che salterà il match con l'Udinese: era diffidato ed è stato ammonito anche lui.
Tra pochi giorni la Lazio andrà in Baviera per provare a superare il turno con il Bayern, ma intanto dovrà smaltire la sconfitta numero 11 in questo campionato. 

 

Lazio-Milan: l'ira di Lotito, 'passato ogni limite'

Tre cartellini rossi, recriminazione e molta rabbia in casa Lazio dopo la sconfitta al veleno con il Milan. E' un post partita ad alta tensione quello dell'Olimpico in cui è lo stesso presidente Claudio Lotito a mostrare l'amarezza ma anche ad annunciare la volontà di fare passi concreti a tutela della sua squadra. "Quando il gioco assume questi connotati devono essere altri organismi esterni a intervenire. Manca l'affidabilità del sistema e quindi bisogna ricorrere a istituzioni terze che pongano fine a una situazione incresciosa" dice il patron laziale a Dazn. Un'accusa agli arbitri e alla direzione di Di Bello che ha scatenato l'ira del pubblico biancoceleste con l'espulsione di Pellegrini e un metro di giudizio considerato parziale: "Nello sport si deve vincere per merito. C'è un limite oltre il quale non si deve andare, e oggi sono stati superati tutti i limiti - afferma Lotito - La squadra si farà valere nelle sedi preposte, per tutto quello che è successo. Questa cosa si ripete da diverso tempo".
Il presidente garantisce di non aver proferito parola a Di Bello ("Io con gli arbitri non parlo, non rientra nel mio costume intrattenere nessun tipo di rapporto con loro"), ma pur non entrando "nel merito degli episodi", per Lotito chi fa l'arbitro "dovrebbe essere capace di capire quale è il punto di equilibrio e quello di rottura. Io sono un moderato e cerco un punto di incontro, e oggi non ci sono condizioni per trovarlo".
Sarri rimane saldo sulla panchina laziale, non avendo responsabilità nel marasma di stasera: "Con lui non c'è nessun contrasto, bensì confronti dialettici volti a dividere. Nessuno l'ha messo in discussione. La squadra non ha nessuna responsabilità in questa sconfitta". Lotito non pensa che dalle istituzioni arriverà "nessuna risposta", ma dice di sapere a quale di esse rivolgersi: "Pensiamo al futuro, e speriamo che episodi così non capitino più".

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