Calcio

Non solo Ancelotti, in panchina spopola il made in Italy

In rampa di lancio Maresca e Farioli; 5 tecnici agli Europei

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 03 GIU - Ventinove trofei, con cinque Champions da allenatore e due da giocatore. Il flirt infinito di Carlo Ancelotti con le vittorie non conosce crisi. Anche se il suo ultimo flop è in Italia, col Napoli, il suo modo di intendere il gioco è un cocktail felice tra bellezza e praticità, feeling coi giocatori, risoluzione dei problemi, dosaggio ideale delle qualità migliori italiane. Sempre con la forza dei nervi distesi. Ma il suo ennesimo trionfo si incastona in un momento magico per gli allenatori made in Italy, di cui il veterano di Reggiolo è il venerato punto di riferimento. Ora l'esportazione dei tecnici nazionali è una costante che dà risultati. Non a caso, ai prossimi Europei saranno cinque le panchine occupate da italiani. Oltre al ct azzurro Luciano Spalletti, un po' di tricolore ci sarà anche per Ungheria, Turchia, Belgio e Slovacchia. MARCO ROSSI, ex difensore del Torino, è alla guida dell'Ungheria dal 2018: ha disputato un buon euro 2021 e ora si è qualificato da primo e senza sconfitte. VINCENZO MONTELLA, ex attaccante della Roma, ha fatto molta esperienza con Milan, Siviglia e Fiorentina per poi trasferirsi in Turchia dove è diventato ct della nazionale nel settembre scorso qualificandosi per gli europei in anticipo. Ha fatto fortuna all'estero DOMENICO TEDESCO, calabrese emigrato e cittadino tedesco. Dopo buone esperienze in Bundesliga è diventato allenatore del Belgio e sta gestendo bene la transizione dalla generazione d'oro che non ha ottenuto allori.
    Ha un contratto fino al 2026. Diverso il cammino di VINCENZO CALZONA, a lungo vice di Sarri, Di Francesco e Spalletti, ct della Slovacchia con profitto da quasi due anni con cui si è qualificato battendo l'Islanda a novembre. Poi non ha resistito al richiamo affettivo part-time del Napoli in affanno, che ha gestito senza successo fino a una settimana fa. All'estero lavorano molti tecnici italiani. C'e' l'esilio dorato, cominciato con roventi polemiche, di ROBERTO MANCINI, dimessosi dall'Italia e poi assunto come allenatore dell'Arabia Saudita a 25 mln di euro l'anno fino al 2027. Inizio in salita, ma ora qualcosa sta quadrando, anche se prima o poi potrebbe tornare in Premier. In Premier si è messo intanto in attesa ROBERTO DE ZERBI che, dopo un anno boom e un secondo poco felice, ha divorziato dal Brighton, mentre vi è approdato ENZO MARESCA, ex giocatore del Siviglia e a lungo vice di Guardiola al Manchester City. Il tecnico campano ha sfruttato la chance fornitagli dal Leicester che ha riportato in Premier in un anno attirando l'attenzione del Chelsea che lo vuole in panchina. Ma c'e' da pagare un indennizzo di 11 mln al Leicester. Un altro italiano emergente ha fatto fortuna in Francia nell'anno che ha visto i flop di Gattuso al Marsiglia e di Grosso al Lione: FRANCESCO FARIOLI, giovane studioso di calcio formatosi in Turchia e poi approdato con successo al Nizza che ha portato al quinto posto con qualificazione all'Europa League.
    Il buon lavoro fatto ha indotto un club prestigioso come l'Ajax ad affidargli il compito di riportarlo in alto dopo un'annata balorda. Oltre ad Ancelotti sono stati tanti i tecnici italiani che hanno vinto all'estero, in particolare Trapattoni, Mancini, Ranieri e Sarri. E' difficile invece il contrario: negli ultimi 40 anni solo quattro stranieri sono riusciti a vincere la serie A: Liedholm con la Roma nel 1983, Boskov con la Sampdoria nel 1991, Eriksson con la Lazio nel 2000 e Mourinho due volte con l'Inter nel 2009 e nel 2010. (ANSA).
   

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