Prima è stato "Capitan Futuro", poi il tecnico sul quale costruire il futuro; ma nemmeno la seconda vita di Daniele De Rossi alla Roma è bastata per suggellare un amore da sempre controverso.
La sua parabola in giallorosso è destinata a restare quella del "poteva essere e non è stato".
Oscurato da Totti da giocatore, licenziato dopo appena nove mesi da allenatore, è finita questa mattina l'esperienza alla guida della sua squadra del cuore con una decisione, quella dei Friedkin, arrivata come un fulmine a ciel sereno.
Il modus operandi della proprietà texana è stato lo stesso con il quale fu cacciato José Mourinho: decisione nella notte, comunicazione al mattino presto e nel pomeriggio l'annuncio del nuovo allenatore.
E così si arriva a Ivan Juric: all'ex Torino (in una svolta-lampo che ha tra l'altro provocato una rapida gaffe giallorossa, con tanto di foto su X del nuovo tecnico in maglia granata, rapidamente sostituita da foto in giallorosso) è stata affidata la panchina capitolina e l'arduo compito di tenere unita una rosa accusata dai tifosi di scarso impegno. Ma i calciatori non sono gli unici bersagli del tifo romanista perché la protesta via social, radio e anche fuori Trigoria colpisce soprattutto proprietà e dirigenza.
Criticate scelte e modalità con le quali De Rossi è stato allontanato visto che chiunque nella società, fino a ieri sera, non prendeva in considerazione l'idea di un cambio di guida tecnica. Per questo De Rossi stamattina era arrivato alle 7.30 a Trigoria per preparare l'allenamento con il suo staff. Poi la convocazione dei presidenti e la scelta di cambiare in corsa "immediatamente nell'interesse della squadra", recita il comunicato giallorosso. Alla base della decisione, secondo il management, c'è la mancanza di risultati in questo avvio di stagione e non, come qualcuno vocifera, i forti attriti andati in scena anche nella giornata di ieri tra tecnico e proprietà. Dunque meglio cambiare subito per puntare all'obiettivo della Champions, visti anche gli investimenti fatti in estate.
Increduli dipendenti e giocatori, con quest'ultimi arrivati in mattinata a Trigoria, salvo poi andare via visto l'allenamento rinviato al pomeriggio. Un altro indizio di quanto la decisione dei Friedkin sia stata tanto improvvisa quanto repentina. Così com'è stata veloce la trattativa che ha portato a Juric nuovo allenatore della Roma. Per l'ex Torino un contratto da due milioni fino al 30 giugno 2025 con un'opzione per un altro anno in caso di raggiungimento della Champions League e il primo allenamento diretto dopo neanche due ore che aveva messo piede dentro Trigoria. Il tempo, infatti, non è certo suo amico, perché domenica all'Olimpico ci sarà l'esordio contro l'Udinese capolista. Una squadra che ha già studiato lunedì nel posticipo contro il Parma, quando Juric è stato avvistato sulle tribune del Tardini insieme al suo staff.
Se già quella sera il tecnico croato immaginava che i friulani sarebbero stati il suo prossimo avversario non è dato saperlo, ma la cronaca lo ha visto poi diventare il nuovo allenatore della Roma neanche 72 ore dopo, con i più maliziosi che parlano di una trattativa cominciata dopo il pari di Genova. Intanto da dirigenza e proprietà le bocche restano cucite, alimentando i malumori della tifoseria, da quella comune a quella più vip con l'ex presidente Rosella Sensi che si è detta "amareggiata" per l'esonero di De Rossi, mentre l'ex diesse Walter Sabatini ha parlato di "delirio di onnipotenza" di che decide. Poi c'è stata la contestazione fuori Trigoria. "Vergognatevi, siete voi i responsabili. Quanti allenatori volete mandare via ancora?", hanno gridato a capitan Pellegrini, contestato dopo l'esonero di De Rossi, rimasto in silenzio lasciando il centro sportivo. "Fatemi andare a casa", le uniche parole dell'ex allenatore a chi fuori il Fulvio Bernardini gli ha dimostrato vicinanza. Affetto ricevuto anche sotto la sua casa in centro e che con il tempo curerà la ferita di una giornata che mai dimenticherà. Il vento, usando le parole di De Rossi, continuerà a soffiare, ma a tirarlo non sarà più lui.
Primo esonerato in A, un anno fa toccò a ZanettiDaniele De Rossi è il primo allenatore di serie A ad essere stato esonerato nella stagione 2024/25, dopo quattro turni giocati e con uno score di tre punti, frutto di una sconfitta e tre pareggi. Giusto un anno fa, il 19 settembre, era stato Paolo Zanetti il primo a perdere il posto nel massimo campionato 2023/2024, licenziato dall'Empoli all'indomani della sconfitta per 7-0 subita all'Olimpico proprio contro la Roma, nella quinta giornata. I toscani erano ancora a quota zero in classifica. Dopo Zanetti, altri quindici allenatori subirono la stessa sorte prima della fine del campionato scorso.
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