Calcio

Terremoto sul calcio, 'sentenza Diarra nuova Bosman'

Storica sentenza, la Corte Ue dà la ragione al francese su contratti. Dupont "come il '95"

Redazione Ansa

Trent'anni dopo la sentenza Bosman, la decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea sul caso Diarra rischia di stravolgere di nuovo il sistema calcio, scardinando le attuali norme Fifa per trasferimento dei calciatori tanto da permettere, in una lettura estensiva, ad un giocatore di poter cambiare squadra in qualsiasi momento.
Secondo i giudici di Lussemburgo, alcune regole internazionali in materia sono contrarie al diritto comunitario e "potrebbero ostacolare la libera circolazione" dei professionisti.

L'avvocato belga Jean Louis Dupont - già protagonista della vicenda Bosman e ora legale di Lassana Diarra, l'ormai ex calciatore francese che da dieci anni combatte in tribunale per i suoi diritti - parla di "vittoria totale, come nel '95, che porrà fine all'attuale sistema di trasferimenti", ma la Fifa, sminuisce la portata della decisione, "mette in discussione solo due paragrafi" della normativa. Ci vorrà del tempo prima di capire quali saranno i reali effetti della decisione, accolta con favore dal sindacato mondiale dei calciatori Fifpro: "Cambierà l'orizzonte del calcio mondiale".

Il punto fermo, al momento, è che la Corte (Cgue), chiamata a decidere sulla disputa di lunga data tra l'ex calciatore francese Lassana Diarra e la Fifa e la Lega calcio belga, ha dato una sua lettura su una vicenda che legalmente non è ancora finita. Tutto cominciò nel 2014, quando Diarra contestò le condizioni della sua partenza dalla Lokomotiv Mosca. A causa di una riduzione del suo ingaggio, Diarra avrebbe voluto rescindere il contratto con il club russo, che ottenne di farsi pagare un risarcimento di 10,5 milioni di euro. Il club belga dello Charleroi, interessato a Diarra, rinunciò al giocatore temendo di dover farsi carico di parte del risarcimento, secondo quanto prevedono le norme Fifa. Diarra non accettò la situazione, rivolgendosi ai tribunali belgi, i quali dopo una lunga trafila hanno chiesto il parere della Cgue, sui cui ora baserà la sua decisione sul caso singolo la Corte d'appello di Mons.

La Corte Ue ha stabilito che le norme sui trasferimenti "rischiano di ostacolare la libera circolazione dei calciatori che vorrebbero andare in un nuovo club di un altro Stato Ue".
Inoltre, avrebbero "lo scopo di limitare, addirittura impedire, la concorrenza tra le società di calcio che operano nell'Unione". Ora, se un giocatore rescinde il suo contratto "senza giusta causa", deve pagare un risarcimento al club e quello acquirente può essere ritenuto responsabile in solido, oltre a rischiare una bando temporale per l'ingaggio di nuovi giocatori. Se alcune restrizioni sono giustificate per dare stabilità alle rose dei club, valuta ancora la Cgue, le norme Fifa vanno oltre "quanto è necessario per perseguire tale obiettivo".

La federazione internazionale si dice soddisfatta perché a suo giudizio "la sentenza riconferma la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti. La Fifa - si spiega - ha migliorato il sistema per molti anni a beneficio dei giocatori, dei club, delle leghe e delle associazioni affiliate, salvaguardando l'integrità delle competizioni". Ora però le società temono che, almeno in ambito comunitario, il sistema dei trasferimenti esca dal loro controllo. Il rischio è più forte per i club più piccoli, che si finanziano soprattutto grazie al calciomercato, reclutando o facendo crescere giovani giocatori per poi rivenderli a un prezzo elevato. Se la sentenza Bosman consente ai calciatori dell'Ue di trasferirsi gratuitamente, alla fine del loro contratto, da un club all'altro - con l'abolizione da allora anche del tetto al numero di comunitari nelle rose -, ora la svolta potrebbe essere ancora più epocale, dando ai calciatori la libertà di cambiare club in qualsiasi momento, senza alcun risarcimento. Uno scenario estremo, per evitare il quale servirà da parte di tutti un impegno per arrivare ad una riforma che tuteli comunque tutti i principali attori, dai calciatori ai club. 

Fifa: 'Da Corte Ue in discussione solo due paragrafi'

La sentenza della Corte di giustizia europea sul caso Diarra "mette in discussione solo due paragrafi" delle norme internazionali sui trasferimenti, e ora la Fifa "analizzerà la decisione" prima di qualsiasi ulteriore commento. E' immediata la reazione della confederazione mondiale del calcio alla decisione della Corte Ue. "La FIFA ha preso atto della sentenza emessa oggi dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea in relazione al caso del giocatore Lassana Diarra", e si dichiara "soddisfatta che la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti sia stata riconfermata dalla sentenza odierna".

"La sentenza - prosegue la Fifa - mette in discussione solo due paragrafi di due articoli del regolamento Fifa sullo status e il trasferimento dei giocatori, che il tribunale nazionale è ora invitato a considerare". La Confederazione mondiale del clacio "analizzerà la decisione in coordinamento con le altre parti interessate prima di commentare ulteriormente"

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