Calcio

De La Fuente accusa la Spagna, campione d'Europa ma senza contratto

'Ho ancora quello dell'U.21,a Luis Enrique non sarebbe successo'

Redazione Ansa

"Non è normale, e non si è mai visto, che un allenatore campione d'Europa rimanga senza contratto".

Lo dice a Cadena Ser il ct della Spagna Luis De La Fuente, che guadagna ancora secondo quanto stabilito ai tempi in cui allenava l'under 21 della Roja.

L'aumento promesso fin da prima che Euro 2024 (poi vinto dalla Spagna) cominciasse, non è mai stato ratificato e quindi non è 'in funzione' e a De La Fuente non rimane che attendere. Tutto dipende dal fatto che a dare il via libera, firmando le immancabili carte, deve essere il presidente della federcalcio, e al momento la Rfef (la federazione spagnola) non ne ha uno,dopo le vicende che hanno coinvolto prima Luis Rubiales (per la vicenda del 'bacio rubato' a Jenni Hermoso) e poi Pedro Rocha, condannato da un tribunale amministrativo per abuso delle proprie funzioni.

Insomma, tutto è fermo e De La Fuente deve accontentarsi di ciò che gli passa il convento, in attesa che la Spagna che perde i pezzi, vedi quanto accaduto a elementi chiave come Rodri, Carvajal e ora anche Nico Williams (problemi fisici non così gravi come gli altri due ma che comunque lo hanno reso indisponibile), affronti sabato la Danimarca a Murcia. "Non credo che con Luis Enrique sarebbe successo - ha aggiunto De La Fuente, sempre riferendosi alla vicenda del contratto -. Sto qui alle stesse condizioni di quando allenavo l'under 21, intanto sono diventato campione d'Europa. Credo che una cosa del genere non sia mai successa. Il buon senso vorrebbe che avessi già firmato l'adeguamento".

Ma contro certe forme di burocrazia anche in Spagna non si può far nulla, quindi al ct non rimane che attendere le prossime elezioni del presidente della Rfef, che dovranno avvenire a breve altrimenti la Fifa potrebbe anche sospendere la federcalcio spagnola. Intanto a De La Fuente non è rimasto che parlare anche del problema dei troppi infortuni verificatisi in questa prima parte della stagione calcistica. "Rodri e Carvajal sono insostituibili - ha ammesso -, perché sono i migliori in assoluto (non solo in Spagna ndr) nei rispettivi ruoli. Detto questo, il problema non c'è solo ora, pensiamo alle 70 partite giocate prima di queste. I responsabili non siamo noi allenatori, che anzi siamo vittime di questa situazione, ma coloro che coordinano i calendari e le stagioni calcistiche. Ci pensino loro, e i giocatori anche se spero che non si arrivi a uno sciopero".
   

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