Calcio

Crisi Roma, Juric: 'Liti pesanti, ma non penso a esonero'

Tecnico in bilico. 'La squadra è con me, altrimenti me ne andrei'

Redazione Ansa

Tutte le partite valgono tre punti, ma alcune nascondono al proprio interno significati maggiori.

E' il caso di Roma-Torino, la gara spartiacque della stagione giallorossa e di Ivan Juric. Perché la debacle di Firenze fa traballare la panchina del croato e ha gettato la squadra giallorossa nel caos totale. Un tutti contro tutti trasformatosi in giorni di litigi, anche "violenti", parole di Juric, tra giocatori, allenatore e dirigenza.

"Ma è meglio che sia successo - dice il tecnico alla vigilia di campionato -. Penso che ci siamo detti la verità con la squadra, magari all'inizio in modo violento, poi più ragionevole. E' uscito fuori tutto quello che si era accumulato, ma ora abbiamo indirizzato la barca. Io preferisco lo scontro per andare avanti con la testa pulita, invece che parlarsi dietro".

 

 Insomma, Juric non prova a nascondere le liti, alcune molto accese, con la squadra, già a partire dall'intervallo del Franchi. Quello con Mancini lo scontro più duro, poi i colloqui sono proseguiti anche nei giorni successivi con Cristante, Pellegrini, Ghisolfi e anche la proprietà (in questo momento in California, sede anche della Retexo, società alla quale si appoggia per le decisioni manageriali). "Con il presidente abbiamo avuto contatti - spiega -. Abbiamo parlato di tutto e bene, anche se queste sono tutte distrazioni, tolgono il pensiero dal campo".

Nessuno, però, a Juric ha garantito che a prescindere dal risultato di domani, lui sarà ancora il tecnico romanista. Per questo quando gli viene chiesto se si sente all'ultima spiaggia risponde con le parole di chi tutto si sente fuorché saldo al comando della nave, la cui guida gli è stata affidata neanche un mese e mezzo fa. "Non ci penso proprio - la replica di Juric -. Non mi preoccupo, penso solo a lavorare, poi quel che succede, succede". Dunque solo il campo dirà se la barca è veramente indirizzata come dice l'allenatore.

"Se i giocatori non sono convinti possono dirmelo e me ne vado" è l'aut aut dato alla squadra che ieri, lasciando a Trigoria, ha giurato ai tifosi di esser unita con l'allenatore. "Ma risulta che sono convinti - aggiunge infatti Juric -. Vogliono migliorare dopo Firenze". Fare peggio vorrebbe dire far saltare, dopo l'esonero di De Rossi, un altro allenatore, ma l'ex granata dopo aver parlato di un "tracollo emotivo" al Franchi, individua nella gara di domenica anche il possibile punto di svolta.

"Meglio perdere così che 1-0 nascondendo i problemi - conclude -. Se raccogliamo bene quello che è successo può essere una svolta in positivo". Certo all'Olimpico ci sarà da fronteggiare un clima decisamente ostile perché dopo tre anni di sold out i tifosi giallorossi sono da tempo sul piede di guerra, con le contestazioni che hanno colpito Friedkin, dirigenza, squadra e allenatore. Non si è salvato nessuno, come domenica sera a Firenze, ma nonostante questo non ci saranno esclusioni punitive. Juric convocherà tutti per quella che sarà una gara cruciale per il suo destino oltre che di quello della Roma, chiamata a invertire un trend che la vede perdere il treno per l'obiettivo dichiarato di inizio stagione: la Champions League. 
   

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