Con i sorteggi di venerdì a Zurigo comincerà la missione dell'Italia verso i mondiali di calcio del 2026. Un appuntamento al quale la nazionale, dopo esser rimasta esclusa dagli ultimi due, non vuole di certo rinunciare.
"Ma dovremo essere all'altezza della missione che ci hanno dato", le parole del ct Luciano Spalletti a margine della presentazione alla Farnesina della mostra 'Sfumature d'azzurro'.
In America, dopo esserci stato in tournée con gli azzurri nella scorsa primavera, adesso vuole tornarci, anche per riabbracciare quei tifosi che calorosamente lo hanno accolto e che "rappresentano uno shock quotidiano per noi".
Intanto il gruppo per tentare l'assalto mondiale sembra fatto perché il commissario tecnico ha parlato di "scelte giuste" riferendosi alle ultime convocazioni. Insomma un gruppo definito, o quasi, perché una porta aperta c'è per chiunque e in particolare per Mattia Zaccagni.
"Sono molto convinto dei calciatori che sono andato a chiamare negli ultimi raduni. Quello che ci hanno fatto vedere è importante e le scelte resteranno quelle", ha spiegato.
La fase a gironi della Nations League, infatti, ha avuto due compiti: quello di voltare pagina dopo un europeo deludente e soprattutto consentire all'Italia di essere testa di serie nei sorteggi per le qualificazioni al mondiale. Appena una, infatti, la sconfitta su sei gare disputate e per giunta nell'ultima partita a Milano contro la Francia, quando ormai anche il passaggio del turno in Nations era blindato.
Poi quattro vittorie e un pari, quest'ultimo il 2-2 all'Olimpico con il Belgio, viziato però dall'espulsione di Lorenzo Pellegrini. Un percorso che piace al ct e per questo non vuole stravolgere il gruppo che ha composto, nonostante Zaccagni possa tornare utile.
"E' stato un elemento importante anche durante l'Europeo - ha sottolineato il ct -, anche per quello che ha fatto vedere in allenamento. Ora ha una possibilità superiore perché lo vedo spesso giocare dentro il campo e in un sistema di gioco diventa fondamentale andare a prendere quei giocatori che fanno quel ruolo lì nei club. Nella stagione della Lazio c'è anche lo zampino di Zaccagni". Ma a prescindere da chi sarà chiamato, il n.1 della Figc, Gabriele Gravina, è certo che la maglia della nazionale "non sia solo un pezzo di stoffa", bensì "memoria, orgoglio e futuro, un emblema di appartenenza". E in quel futuro citato dal presidente della Federcalcio dovrà esserci anche il mondiale condiviso tra Stati Uniti, Messico e Canada affinché l'Italia torni a recitare un ruolo da protagonista dopo due edizioni che l'hanno vista tagliata fuori dalla corsa.
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