Nel giorno in cui Gianluca Brambilla torna nei ranghi e consegna la maglia rosa al suo compagno di squadra Bob Jungels, l'Italia del ciclismo scopre il talento di Giulio Ciccone, autore di una bella impresa sulle montagne dell'Appennino emiliano care ad un campione dello sci come Alberto Tomba. Con i suoi 21 anni, Ciccone è il terzo italiano più giovane a vincere una tappa al Giro, meglio di lui solo Fausto Coppi e Luigi Marchisio: numeri da predestinato per il ragazzo di Chieti al primo anno di professionismo.
"E' stato bravo, lo seguiamo da tempo, ha fatto buone cose negli ultimi due anni. Sta crescendo bene e in salita va forte", lo battezza il ct azzurro Davide Cassani. Mentre Ciccone volava verso la vittoria, i big facevano corsa a se'. Sul Pian del Falco sfumano i sogni di Gianluca Brambilla, eroe dell'Alpe di Poti e maglia rosa dopo due giorni vissuti da leone. Ma il veneto è encomiabile lo stesso perché una volta capito di non averne si mette con altruismo a disposizione del compagno di squadra, il lussemburghese Bob Jungels, che in classifica lo seguiva ad un solo secondo. Brambilla si stacca in salita, poi rientra in discesa nel gruppo dei migliori, ma sul successivo strappo finale dà tutto quello che gli resta in favore del compagno cui praticamente consegna la maglia di leader della classifica. Tra i big - che arrivano tutti staccati di 2' da Ciccone - Valverde guadagna quattro secondi su Nibali approfittando di un buco. "Ho deciso io di mettermi al servizio di Jungels - spiega Brambilla nel dopo gara - mi sembrava giusto gratificare la squadra per tutto quello che ha fatto per me. Mi spiace non essere in rosa domani che si va nel mio Veneto ma la squadra viene prima di tutto".
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