(ANSA) - ROMA, 01 AGO - "Siamo uno dei pochi sport che sta
riuscendo a ripartire e tutte le parti coinvolte, dalle squadre
agli atleti, agli organizzatori, sono felici di poter iniziare
la stagione. Ora dobbiamo solo incrociare le dita e sperare che
tutto vada al meglio fino a fine anno.
"Non è stato semplice per tutti ridisegnare il calendario e
avere sei-sette mesi di gare compresse in tre mesi - ha aggiunto
il n.1 del ciclismo mondiale - ma ci siamo riusciti. Per le
squadre, soprattutto, era fondamentale gareggiare in questa
stagione, altrimenti alcune di loro sarebbero scomparse: questo
lo volevamo evitare. Le sfide non sono ancora finite".
"Ci sono ancora chiusure, il Coronavirus si sposta anche in
alcune parti della Spagna e altrove - conclude -: le autorità
locali possono aver paura per il passaggio di una corsa, quindi
negarne lo svolgimento sul loro territorio. Penso che quanto sta
succedendo per la Milano-Sanremo non sia molto giusto, magari il
prossimo anno quando la corsa non passerà più dai luoghi che
quest'anno l'anno vietata, la penseranno diversamente. Ma
ovviamente il potere è tutto delle autorità locali e dei
Governi, come Uci dobbiamo seguire le loro indicazioni: il
problema è che, a volte, abbiamo pochissimo tempo per adattarci.
Così è stato per la Milano-Sanremo, con il percorso che è stato
cambiato all'ultimo. Nel ciclismo, comunque, tutto è possibile".
(ANSA).
Ciclismo: Lappartient, è splendido che vita riprenda dallo sport
Presidente Uci: "Le nostre sfide non sono però ancora finite"