Ciclismo

Le mani di Pogacar sul Tour, 'ma prevedo fuochi d'artificio'

Un giorno di riposo, poi settimana decisiva per la Grande Boucle

Redazione Ansa

Il Tour de France 2024 sembra non avere più storia dopo la stellare doppietta di Tadej Pogacar sui Pirenei e nel giorno di riposo che precede l'ultima settimana di cosa l'atmosfera generale nel gruppo è tra la rassegnazione e i timidi propositi di riscatto.

I tre minuti di vantaggio sul secondo in classifica, Jonas Vingegaard, danno fiducia allo sloveno ma molto di più a tranquillizzarlo è lo stato di forma straordinario mostrato sulle ascese al Tourmalet, al Pla d'Adet e al Plateau de Beille.

 


 Il danese, che ieri ha provato ad attaccarlo ma in cinque chilometri di salita ha perso un minuto, non vuole arrendersi e spera in una "giornata storta" del vincitore del Giro d'Italia, il quale però dice di aver paura solo di "cadere o di ammalarmi".

La tappa di domani, la 16/a, sarà l'ultima occasione di mettersi in mostra per gli sprinter sul traguardo di Nîmes e anche una occasione per il gruppo di riposare un po' prima delle frazioni finali della 111/a edizione della Grande Boucle, con tante montagne da scalare. Pogacar si aspetta "una settimana difficile, vedremo sicuramente i fuochi d'artificio ma io non ho paura di nulla. Certo, non vorrei cadere o ammalarmi - sottolinea - quindi cercheremo di evitare qualunque tipo di problema".

Uno di questi potrebbe essere il Covid "che circola nel gruppo e sicuramente anche tra i tifosi. Spero di essere risparmiato, ma se qualcuno ha la febbre ovviamente è meglio fermarsi". Riandando all'impresa di ieri, Pogacar la evoica come "una delle salite più belle di sempre, siamo andati veramente molto veloci. Penso di aver fatto uno dei record di salita più importanti della mia carriera. Anche Vingegaard è andato forte, ha mostrato di avere gli attributi con una gara fantastica". Il danese non ci sta a darsi per vinto e pensa che "la vittoria sia ancora possibile". "Non mi arrenderò senza combattere, ho vinto il Tour de France due volte e non mi accontenterò del secondo posto. Darò il massimo", dichiara ancora. "Pogacar sembra molto forte ma negli ultimi due anni abbiamo visto che può anche avere una giornata storta. Può succedere di nuovo". Quanto alla sua prestazione, Vingegaard si dice, e a ragione, "orgoglioso, soprattutto dopo i tre mesi che ho vissuto, con infortuni così gravi e 12 giorni di ricovero. Tadej è solo più forte, per ora". Domani potrebbe esserci una tregua tra i due e le loro squadre e a puntare al successo c'è l'eritreo Biniam Girmay, che ha già vinto tre tappe e vorrebbe fare poker per arrivare in maglia verde a Nizza.
   

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