Libero da concomitanze ingombranti e desideroso di ribadire le sue tradizioni e le radici più profonde, il Tour edizione n.112 sarà un inno alla Francia, dall'inizio alla fine.
La Grande Boucle 2025 prenderà il via il 5 luglio da Lille, la prima partenza non dall'estero come nelle ultime tre volte, e si concluderà il 27 dello stesso mese sui Campi Elisi, storica sede della frazione finale che l'anno scorso, causa Olimpiadi, era stata trasferita a Nizza.
"Abbiamo deciso di riportare il Tour a casa, era giunto il momento dopo tutte le partenze all'estero", ha affermato il direttore di gara Christian Prudhomme, nella presentazione ufficiale, a Parigi. I 3.320 chilometri del percorso comprendono tra l'altro sette tappe per velocisti, sei al tracciato più movimentato, cinque di alta montagna e due cronometro e già dalla prima settimana il gruppo non avrà tregua: "La settimana d'apertura non sarà più la corsa di piacere che era ai vecchi tempi - ha detto Prudhomme -. Abbiamo tagliato le tappe veloci e piazzato trappole ovunque".
Al quinto giorno ci sarà una crono, a Caen, in Normandia, che insieme alla Bretagna saranno teatro della prima fase della corsa coinvolgendo altre località storiche della seconda guerra mondiale come Saint Malo, Dunkerque e Boulogne.
La prima vera tappa di montagna, sul Massiccio Centrale, sarà la decima, domenica 14 luglio, che precede il primo giorno di riposo. Ce ne sarà bisogno, perché di seguito arriveranno i Pirenei, dove previste la crono di montagna con traguardo a Peyragudes (13/a tappa) e gli arrivi in quota a Superbagnères (14/a), dopo aver affrontato il Tourmalet, il Col d'Aspi e il Col de Peyresourde.
Dalla 16/a tappa si andrà poi verso le Alpi, subito con il mitico Mont Ventoux (16/a), che tornerà a essere sede di arrivo dopo 12 anni. Da lì sarà un susseguirsi di scalate vertiginose, senza tregua, prima del trasferimento a Parigi per la passerella finale.
Dopo un 2024 da marziano, Tadej Pogacar resta anche per la prossima edizione il favorito, con la possibilità di centrare il poker, ma di certo per compiere l'impresa dovrà di nuovo superarsi, guardandosi sempre soprattutto dal danese Jonas Vingegaard. E magari questa volta anche da Remco Evenepoel, che ha ha promesso di presentarsi più preparato per le tappe in salita, e da Primoz Roglic, all'ultima occasione per rifarsi della beffa nel 2020, quando all'ultima tappa Pogacar gli strappò la maglia gialla.
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