Una delle gare più pazze che la storia della Formula 1 ricordi. Caos, spettacolo, incidenti, partenze e ripartenze targate Gran Premio d'Australia 2023: un corsa dai mille colpi di scena tra incidenti, bandiere rosse (tre) e semafori verdi (quattro) con un unica certezza, ovvero Max Verstappen. L'olandese volante domina all'Albert Park Melbourne, anche se con un margine molto inferiore rispetto alle altre gare, il che accende qualche speranze per i suoi rivali in futuro, tagliando il traguardo dietro alla safety-car davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton e alla Aston Martin di Fernando Alonso. ORDINE DI ARRIVO E CLASSIFICHE
Da incubo la corsa delle Ferrari, cominciata malissimo con il ko al via di Charles Leclerc speronato da Lance Stroll e finita peggio con la penalità di cinque secondi a Carlos Sainz per l'impatto con il connazionale spagnolo Alonso nella penultima partenza. Una sanzione che ha scaraventato il ferrarista dalla quarta alla dodicesima posizione facendolo infuriare nel post-race. Fuorigioco anche la Mercedes di Russell partita bene ma finita in fiamme in un GP durato quasi 3 ore.
Una domenica mattina per gli appassionati dei motori che si sono alzati presto che si è animata da subito grazie ad una serie infinita di colpi di scena sul tracciato cittadino di Melbourne: Prima il contatto Stroll-Leclerc, che nel corso del primo giro ha messo fuorigioco il pilota monegasco - al secondo zero in appena tre GP - poi il brutto incidente occorso ad Alex Albon, fino a quel momento sesto con la Williams. Il pilota thailandese ha perso il controllo della vettura nel tratto da curva 6 a curva 8, impattando duramente contro le barriere di protezione e rimbalzando in pista e la direzione gara ha deciso di far entrare in pista la safety car. Immediatamente l'uscita della vettura di sicurezza ha fatto reagire i team: la Mercedes ha deciso di fermare George Russell - in quel momento leader della gara davanti al compagno di squadra Hamilton e Max Verstappen - e la Ferrari ha fatto lo stesso con la Ferrari di Sainz, piazzata in quarta posizione. La mossa, che si sarebbe potuta rivelare ottima a livello strategico, si è però trasformata in un clamoroso boomerang sia per l'inglese che per lo spagnolo quando la Race Direction ha deciso di esporre la prima delle tre bandiere rosse di questa pazza gara.
Si riparte con Verstappen che prende il comando della corsa davanti a Hamilton e Alonso con la Ferrari di Sainz in rimonta fino alla quarta posizione: l'olandese resta primo fino a pochi giri alla fine della corsa quando succede davvero di tutto. A tre tornate alla bandiera a scacchi la Haas di Magnussen picchia sul muro, spezza la sospensione posteriore destra e perde la relativa gomma. Niente safety car, la direzione gara decide per la bandiera rossa, la seconda di giornata dopo l'incidente di Alex Albon a inizio GP: si riprenderà dalla griglia, con soli due giri da completare. Molti piloti protestano via radio con i rispettivi muretti per la decisione: le macchine tornano ad allinearsi sulla griglia. È la terza partenza di giornata. Scattano Verstappen e Hamilton, scatta Alonso, Sainz crede al sorpasso e vede alla portata un podio che prima dello stop sarebbe stato irraggiungibile visto il distacco dal connazionale che viene centrato dalla sua Ferrari.
Stroll li passa entrambi ma arriva lunghissimo alla curva successiva e va fuori pista, escono anche Perez e la Alpine di Ocon, che rientrando centra l'altra Alpine di Gasly. È il caos totale. Le due monoposto francesi sono out, Verstappen e Hamilton guidano la corsa davanti a Sainz, a quel punto terzo. Ma viene chiamata subito un'altra bandiera rossa, gara fermata, teoricamente manca un solo giro. Qui i commissari decidono per una nuova ultima partenza penalizzando Sainz di cinque secondi e riportando Alonso sul podio facendo sfilare fino al traguardo le monoposto sopravvissute ad uno dei Gp più pazzi e spettacolari di sempre.
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