Moto

Melandri e il Covid 'per scelta', poi fa retromarcia

Sottosegretario minaccia denuncia, l'ex pilota "era una battuta"

Redazione Ansa

Vaccino? No grazie. Se Novak Djokovic, bloccato in Australia, continua a far parlare di sé per la sua scelta in questa direzione, un ex campione del motociclismo, Marco Melandri, ha provato ad andare oltre, ma è finito 'fuori pista' tra la dichiarazione choc di essersi volontariamente contagiato per avere il Green pass e una successiva rettifica, "era solo una battuta". Una retromarcia suggeritegli magari dall'intervento delle autorità evocato dal sottosegretario all'Interno. Melandri aveva già reso nota la sua posizione, con interventi sui social contro le iniziative del governo per frenare la pandemia e lo ha confermato partecipando oggi ad una manifestazione 'No green pass' a Milano. Quarant'anni il prossimo agosto, vent'anni fa campione mondiale della classe 250. Melandri è sceso di sella nel 2020 dopo una lunga militanza nel Mondiale Superbike ed ora lavora. Non volendo vaccinarsi per ottenere il green pass, ha raccontato di aver trovato un'altra strada: "Ho preso il virus perché ho cercato di prenderlo e al contrario di molti vaccinati ho fatto una fatica tremenda - ha rivelato a MOW -. L'ho fatto apposta per poter essere in regola almeno per qualche mese. Mi sono dovuto contagiare per necessità dovendo lavorare e non considerando il vaccino un'alternativa valida". "Io non ho niente contro i vaccinati, come chiaramente non ho nulla contro i non vaccinati. Io sono contro le violazioni della libertà", aveva aggiunto. Parole che hanno suscitato l'intervento del sottosegretario Carlo Sibilia, il quale ha annunciato che "le forze dell'ordine verificheranno l'accaduto. Al di là dei profili penalistici su cui valuterà l'autorità giudiziaria, il comportamento e il messaggio sono senza dubbio indegni e pericolosi". A stretto giro, la retromarcia del pilota, su Instagram: "Per una battuta ironica è uscita una tempesta... Mi spiace ma non lo ho contratto volontariamente e non sono stato a contatto con un positivo". Da tempo, in ogni caso, Melandri è schierato nel combattere il green pass, una posizione che ha esposto più volte sui social, dichiarandosi contrario più che al vaccino "alla dittatura che stiamo subendo". Una posizione che lo ha coinvolto in polemiche sulle reti sociali prima di annunciare, una settimana fa, di essere positivo "contagiato da un 2 dosi". L'impatto della sua scelta non è paragonabile con quello del n.1 al mondo del tennis, cui il ministro australiano dell'immigrazione ha scelto di togliere il visto temendo anche "un'impennata di disordini civili". Né gli costerà come alla star della Nba Kyrie Irving, che per non vaccinarsi ha perso milioni di dollari tra multe e tagli allo ricco stipendio pagatogli dai Brooklyn Nets. La già scarsa renitenza al vaccino tra gli sportivi in attività è stata vinta dalle regole di sicurezza e dalle enormi limitazioni ai viaggi imposte per evitare il diffondersi della pandemia.

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