Novak Djokovic è tornato nella struttura di detenzione del Park Hotel a Melbourne in attesa che il suo caso venga esaminato domenica mattina (sabato notte in Italia) dalla Corte federale australiana. Lo riferisce la Cnn. Il numero 1 del tennis è stato visto dentro un furgone bianco mentre arrivava all'hotel, utilizzato anche come struttura di detenzione per i rifugiati, dopo aver lasciato l'ufficio del suo avvocato sabato pomeriggio, ora australiana. Ieri mattina, il ministero dell'immigrazione australiano ha annullato per la seconda volta il visto di Djokovic, fermato a Melbourne dove si è recato per partecipare agli Australian Open previsti lunedì.
Il caso Djokovic sarà ascoltato a partire dalle 9:30 di domenica (le 23.30 in Italia) dall'intera Corte federale composta da tre giudici, un formato che lascia poco spazio per impugnare qualsiasi decisione.
"L'Australian Open è molto più importante di qualunque giocatore". Sono le parole di Rafa Nadal commentando la situazione di Novak Djokovic, ancora in stato di fermo in attesa che venga discusso il suo appello contro l'espulsione dall'Australia. "L'Australian Open sarà un grande Australian Open con o senza di lui", ha concluso lo spagnolo.
La presenza di Novak Djokovic in Australia "potrebbe rappresentare un rischio per la salute della comunità" e "portare ad un'impennata di disordini civili". E' quanto si legge nella memoria presentata oggi in tribunale dal ministro dell'Immigrazione Alex Hawke per motivare la revoca del visto nei confronti del tennista serbo, come riportano i media internazionali. Djokovic incoraggia il "sentimento anti-vaccinazione" e potrebbe dissuadere gli australiani dal richiamo, in una fase in cui Omicron si diffonde molto rapidamente, ha aggiunto il ministro nella memoria alla Corte federale che domani (stanotte in Italia) dovrà decidere se espellere il campione o permettergli di partecipare agli Open.
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