"Il merito è tutto di Jannik, che non si è mai tirato indietro davanti al lavoro, fino a bruciare le tappe e raggiungere il numero 2 del ranking a 22 anni". Massimo Sartori, vicentino, ha il merito di aver intuito per primo il diamante che si nascondeva nell'acerbo Jannik Sinner tredicenne.
E' stato il suo primo coach, quando l'altoatesino era ancora indeciso tra sci e tennis, indirizzandolo verso il secondo, con gli splendidi risultati che ne sono seguiti, fino alla vittoria di ieri nel Miami Open.
"La sua capacità più grande è sempre stata avere il controllo su ciò che fa, in sicurezza, senza perdere mai il filo. Poi, gli può succedere di perdere, ma questa dote non lo abbandona - ha spiegato Sartori, 57 anni, a 'Radio anch'io sport' (Rai Radio 1) - Per qualità del tennis, in questo momento nessuno può stare al suo passo. Jannik vive per diventare il numero uno e insegue questo obiettivo ogni giorno".
Se fino a qualche anno fa "c'erano 5-6 giocatori che potevano contrastarsi tra loro", da Djokovic e Nadal a Federer e Murrey per citare soli i più noti, "in questo momento Sinner è di un altro livello - ha sottolineato Sartori - Alcaraz è fortissimo, ma non ha la capacità di restare ad un numero di giri così alto nell'arco di tutto il match, Djokovic è ormai avanti con gli anni e dietro non vedo granché".
Il serbo ha di recente divorziato dal proprio coach, Goran Ivanisevic: "Penso che abbia cercato uno stimolo forte, perché ha capito che il rapporto si era un po' appiattito - ha ipotizzato Sartori - Ha tutta la qualità per giocare ancora qualche anno ad alto livello. Ma, se non sei in grado di contrastare la velocità del tennis di Sinner, in questo momento non hai scampo".
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