Le mani sul volto, la commozione, le lacrime trattenute a stento prima di aprirsi in un enorme sorriso. Fuori dal tunnel di Matteo Berrettini, ex numero uno del tennis italiano, c'è la terra di Marrakech e un titolo (Atp 250) che il romano si va a prendere, dando un calcio alla sfortuna e a mesi di stop.
L'azzurro prende in mano il gioco e chiude 6-2 con un ace al secondo match-point. Rientrato nel tour a metà marzo (dopo sette mesi di stop per l'infortunio alla caviglia destra rimediato all'ultimo Us Open) in occasione del Challenger 175 di Phoenix, in Arizona, dove ha raggiunto la finale (sconfitto dal portoghese Borges): poi a Miami è stato battuto in rimonta all'esordio dallo scozzese Andy Murray. Ora il successo a Marrakech che lo rilancia nel tennis che conta. "Gli ultimi due non sono stati anni facili. Il mio corpo non mi permetteva di giocare, grazie a chi era qui e a chi era a casa, che ha reso possibile il mio rientro - le parole di Berrettini -. Ringrazio anche la mia famiglia, poi oggi è il compleanno di mio zio: tanti auguri". Berrettini ha ringraziato anche i tifosi. "Mi avete dato grande energia. So che tutti gli italiani hanno fatto un tifo pazzesco per me, qui e da casa. Mi siete stati davvero vicini". Un ritorno guardando ai prossimi, grandi appuntamenti: intanto c'è il Masters di Montecarlo guadagnato con una wild card e in cui esordirà al primo turno contro il serbo Miomir Kekmanovic. Torneo che ha salutato la buona partenza di Lorenzo Musetti (battuto l'americano Fritz n.13 al mondo in due set 6- 6-4) e vedrà il debutto stagionale sulla terra rossa di Jannik Sinner. Per il n.2 mondiale la tappa monegasca rappresenta un test verso altri obiettivi: "Il Roland Garros e i Giochi di Parigi. E' stato un inizio straordinario, sono andato ben oltre le attese ma adesso si riparte" dice l'azzurro n.2 del tennis mondiale. E anche Berrettini alza lo sguardo in alto, lui verso l'amata erba di Wimbledon.