(ANSA) - ROMA, 16 SET - "E' un risultato che abbiamo
raggiunto tutti insieme, la settimana è stata pazzesca, devo
ringraziare i ragazzi e tutte le persone che stanno lavorando
alle loro spalle: sono tante e tutti hanno fatto la loro parte.
Devo poi ringraziare anche i ragazzi che non erano qui, ne posso
portare solo cinque ma ne ho il doppio che avrei potuto portare
qui.
"Non lo so quando farò le convocazioni, quelle di un paio di
mesi prima servono a poco, quello che abbiamo capito è che ciò
che conta è come stanno i ragazzi una settimana prima ed è
quella la parte più delicata perché devo dire a qualcuno che non
farà parte della squadra, ma quella è anche la parte che ci
porta fino in fondo. L'anno scorso ce la siamo dovuta sudare e
anche oggi nonostante la qualificazione già acquisita, abbiamo
sottolineato di essercelo meritato e novembre è ancora lontano",
spiega a conclusione della vittoriosa settimana di Bologna.
E gli avversari? "Non ho idea di cosa sia successo negli
altri gironi - ammette il capitano azzurro - Siamo stati
concentrati su noi stessi, ho trascorso tantissime ore seduto in
panchina, ora sento parlare di Australia o Argentina, ma ho
davvero dedicato pochissimo tempo agli altri gironi e dalla
prossima settimana cominceremo a pensarci".
"Possiamo ancora migliorare tutti - aggiunge Volandri -
Questi ragazzi rispetto alle generazioni passate sono
professionisti veri molto più preparati. La Davis porta a dare
tutto e a non mollare mai. Noi cerchiamo di portare i messaggi
giusti e ci lavoriamo tutto l'anno, dai giovani del settore
tecnico in poi, e la fortuna è stata essere stati accanto a
questi ragazzi fin da quando erano piccoli perché poi sono loro
che fanno la differenza".
"Io ho esordito perché cinque giocatori che mi precedevano si
rifiutarono di giocare - ricorda Volandri davanti ai microfoni -
Da capitano ho imparato quel che avrei dovuto e quel che non
avrei dovuto e voluto fare. Abbiamo ragazzi e coach speciali, la
differenza la fa l'unione d'intenti da parte nostra e da parte
loro e dei loro allenatori: è questo il segreto del tennis
italiano", conclude il capitano azzurro. (ANSA).
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