(ANSA) - ROMA, 30 SET - "Il problema delle norme anti-doping,
quasi al pari della Santa Inquisizione, è che c'è un'inversione
dell'onere probatorio. Una volta che si è trovati positivi, si è
colpevoli fino a prova contraria.
"Se ci sono le prove che l'utilizzo del farmaco è stato fatto
da un altro soggetto (il fisioterapista Giacomo Naldi, ndr) e
che Sinner non sapeva niente e non ne poteva sapere niente, ci
sono buone possibilità per ottenere l'assoluzione anche di
fronte al Tas" ha aggiunto il legale. "Il problema del Clostebol
è ricorrente in Italia, tra l'altro non è più una molecola usata
a fini dopanti, nel tempo si è scoperto che ci sono molecole
migliori. Molto probabilmente il 95% degli atleti trovati
positivi non sono dopati - ha spiegato Fontana - ma atleti che
hanno commesso errori e leggerezze. L'uso del doping è molto
diminuito nel mondo, sono aumentati controlli e migliorate le
procedure che la Wada ha uniformato".
Nelle urine di Sinner è stata rintracciata una quantità
infinitesimale di Clostebol: "La quantità era infinitesimale e
il miglioramento delle prestazioni è pari a zero. Il problema
dell'anti-doping è che un anabolizzante rimane in circolo nel
corpo per mesi e quindi non si può stabilire solo in base alla
quantità l'uso che si è fatto dell'anabolizzante". (ANSA).
Sinner: esperto, norme anti doping quasi come Santa Inquisizione
Avv. Fontana: "Il problema è l'inversione dell'onere probatorio"