Costruito il primo mini acceleratore di particelle che sta in un chip di silicio: lo hanno sviluppato i ricercatori dell'Università di Stanford e dello Slac National Accelerator Laboratory, negli Stati Uniti, che descrivono il prototipo sulla rivista Science, presentandolo come l'annuncio di una rivoluzione, paragonabile al passaggio dai calcolatori grandi come stanze ai personal computer. In futuro, infatti, la nuova tecnologia potrà aprire la strada a una nuova generazione di acceleratori tascabili alla portata di tutti, preziosi per la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuove terapie contro i tumori.
I ricercatori, guidati da Jelena Vuckovic, hanno realizzato il mini acceleratore scavando un nano-tunnel nel silicio dove gli elettroni corrono nel vuoto. A spingerli sono gli impulsi di un laser a infrarossi che attraversano le pareti di silicio così come la luce attraversa il vetro, imprimendo la giusta energia alle particelle in uno spazio piccolo quanto un capello. Gli elettroni vengono accelerati a una velocità che non è paragonabile a quella dei grandi acceleratri come quelli del Cern di Ginevra, ma i ricercatori sostengono che il sistema potrà essere ingrandito quanto basta per ottenere velocità utili a condurre innovativi esperimenti di laboratorio in biologia, chimica e scienze dei materiali.
Il prossimo obiettivo per il 2020 sarà mettere mille nano-tunnel in un unico chip grande quanto un pollice, in modo da creare un fascio di elettroni che si muova al 94% della velocità della luce. Parallelamente i ricercatori stanno già lavorando per sviluppare il mini acceleratore e usarlo per colpire i tumori con una radioterapia più mirata e meno invasiva.
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