Sviluppare robot intelligenti che siano realmente autonomi e al servizio delle persone: è questa la sfida storica ma non ancora vinta che si trova ad affrontare oggi la bionica, la scienza di frontiera che studia i robot ispirati al mondo vivente. A raccontarne gli sviluppi e le prospettive future sono i più grandi esperti italiani e internazionali riuniti online per il workshop 'Bionics Today', organizzato dall'Istituto di Biorobotica della Scuola Sant'Anna di Pisa in occasione del 70esimo compleanno del suo docente Paolo Dario, tra i pionieri del settore.
Fu proprio Dario, insieme a Giulio Sandini (dell'Istituto Italiano di Tecnologia) e Patrick Aebischer (del Politecnico di Losanna) a organizzare nel 1989 uno dei primi convegni dedicati alla biorobotica, che allora cominciava a muovere i primi passi.
"Eravamo dei pionieri", ricorda Dario. "Molti di noi iniziarono a progettare robot non pensando ad applicazioni concrete, ma come strumenti per indagare processi fondamentali come la visione e il movimento". L'ispirazione è spesso arrivata dal mondo della fantascienza, ammette l'esperto. "Prevedere il futuro non è facile, ma l'innovazione può trasformare i sogni in realtà: questa è la più grande lezione di questi trent'anni che cerco di trasmettere ai giovani. Incoraggio sempre gli studenti a sognare anche ciò che oggi può sembrare impossibile". Questo è stato lo spirito che ha sempre guidato la ricerca nel settore, anche se non tutte le promesse della bionica sono state mantenute. "Non siamo ancora riusciti a sviluppare sistemi robotici autonomi per i cittadini: l'unico robot prodotto su larga scala finora è stato l'aspirapolvere Roomba", osserva Sandini. "Però abbiamo imparato molto e in un certo senso abbiamo cambiato visione su come sviluppare un sistema intelligente".