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Trent'anni fa rivoluzione Linux, il software 'libero'

Nato per caso, ora in supercomputer, smartphone e su Marte

Redazione Ansa

Come tutte le rivoluzioni che si rispettino, soprattutto in campo informatico, anche quella di Linux è nata 'in un garage', o meglio in una cameretta.
    Esattamente trent'anni fa, il 25 agosto del 1991 Linus Torvalds, uno studente di informatica finlandese, postava sulla piattaforma Usenet l'annuncio di aver creato un nuovo sistema operativo, i cui 'derivati' oggi sono ovunque, dai supercomputer al rover appena lanciato su Marte.
    "Sto creando un sistema operativo libero - scriveva Torvalds sulla piattaforma di utenti Usenet -, è solo per hobby, non sarà niente di grande o professionale. Qualunque feedback sarà gradito".
    Il pc su cui Torvalds ha creato Linux era un 80386, uno dei primi computer 'da casa' con capacità infinitesime anche rispetto ad un telefono odierno, e il software è stato subito messo a disposizione di chiunque volesse scaricarlo e 'giocarci'. Proprio perché libero e modificabile, nel corso degli anni il sistema operativo, poi divenuto una 'famiglia' di sistemi caratterizzati dall'icona del famoso pinguino, prenderà invece sempre più piede, al punto che oggi, si legge sul sito della Linux Foundation, il 100% dei supercomputer utilizza Linux o uno dei suoi derivati, così come il 95% dei cloud pubblici, il 70% degli smartphone, soprattutto quelli che hanno Android, e metà della aziende maggiori impegnate nell'uso della tecnologia blockchain. Oltre 19mila aziende usano Linux, che viene studiato e adattato da più di 235mila programmatori nel mondo. Persino il rover Perseverance lanciato dalla Nasa su Marte lo scorso febbraio ha un sistema operativo basato su Linux per il proprio drone. Nulla di tutto questo, ha spiegato in diverse interviste Torvalds, era atteso quando ha inventato il sistema. L'unico settore in cui il sistema operativo non è diventato dominante è quello dei computer 'normali', dove ha una quota di mercato di poco più del 2%. Ma la sua importanza, spiega al sito The register Kees Cook, security and Linux kernel engineer di Google, è fuori di dubbio. 
   

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