Facebook rischia in Europa una multa fino a 1,63 miliardi di dollari per l'attacco hacker che ha colpito almeno 50 milioni di account mettendo a rischio i dati personali degli utenti. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che la commissione per la tutela dei dati irlandese, che è l'autorità primaria per la privacy per Facebook, ha chiesto nei giorni scorsi maggiori informazioni sulla natura e sulla portata dell'attacco. La multa scatterebbe se le autorità rinvenissero che Facebook ha violato le norme sulla privacy europee.
''Preoccupa che l'attacco è stato scoperto martedì e ha colpito milioni di account ma Facebook non è in grado di chiarire la sua natura e i rischi esistenti al momento per i suoi clienti'' affermano le autorità irlandesi.
"Il problema non è la password. Il problema è il sistema", "il problema è il modo in cui Facebook presenta i dati e li rende accessibili". Così Christopher Wylie il whistleblower dietro allo scandalo Facebook-Cambridge Analytica, nel suo intervento al Wired Next Fest a Firenze qualche giorno fa. "All'inizio il mio ruolo era quello di esplorare nuovi modi di portare online le tattiche militari - ha raccontato parlando della sua esperienza in Cambridge Analytica nella profilazione delle persone su facebook -, focalizzandomi su azioni antiterrorismo". Ma la stessa tecnica può essere utilizzata per influenzare le campagne elettorali perché "in guerra non ti preoccupi della libertà del tuo nemico, manipolarlo non è un problema. In democrazia la capacità di distinguere il vero dal falso è fondamentale per compiere scelte informate".
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