Meglio rinunciare per una volta a Babbo Natale che vedersi recapitare dal rider buste e pacchetti tutti uguali, con la freccia nera di Amazon. La Francia in lockdown prenatalizio - e che per le feste può sperare tutt'al più in un alleggerimento della stretta - si unisce in una parola d'ordine subito diventata hashtag, #NoelsansAmazon (NatalesenzaAmazon).
Per i francesi, da sempre sensibili alla tradizione, al made in France, e ostili ai nuovi giganti web statunitensi, non è stato difficile ritrovarsi in una battaglia comune, stavolta dedicata principalmente ai piccoli commercianti. Una categoria particolarmente in sofferenza, soprattutto quelli discriminati in quanto inseriti nella categoria "non essenziali". In prima fila le librerie, che hanno ottenuto la chiusura - e quindi la concorrenza - almeno dei reparti libri di ipermercati e grandi magazzini dell'elettronica come Fnac.
A firmare la petizione online - dietro la capofila Anne Hidalgo, sindaca di Parigi - ci sono deputati ecologisti e di sinistra, la Confcommercio di Francia, il sindacato librai e Greenpeace, per nominare soltanto alcune delle tante organizzazioni che stanno cofirmando in queste ore.Mercoledì sera si è arrivati a quota 14.000 firme, nonostante non sia da sottovalutare la quantità non indifferente di messaggi - soprattutto di ragazzi - che difendono a spada tratta Amazon, entrato ormai di prepotenza nella vita quotidiana delle famiglie.
In testa al corteo dei firmatari ci sono senz'altro i tanti - soprattutto nella Parigi dei 'bobos', i radical chic - che affermano di essere "da sempre contrari ad Amazon", autori di un boicottaggio fin dalle origini. La lunga battaglia che ha visto opposte le autorità francesi ai giganti del web per ottenere l'imposizione fiscale nazionale nei loro confronti ha fornito ulteriori motivi di credere in questa battaglia.