Una faccia tremante, due mani che battono il cinque e un semplice cuore rosa. Sono solo alcuni degli emoji che potremmo ritrovarci sui nostri smartphone da questo autunno, disegni diventati sempre più specchio dei tempi e complemento della comunicazione digitale soprattutto via chat. Per questo ogni anno, il 17 luglio, c'è una giornata dedicata, il World emoji day, istituita nel 2014 da Jeremy Burge, fondatore di Emojipedia, il sito che raccoglie e cataloga tutte le faccine. La data del 17 luglio è stata scelta perchè è una di quelle che appare sull'emoji del calendario.
A creare una versione primitiva delle faccine è stato Scott Fahlman, professore di informatica alla Carnegie Mellon University, negli Stati Uniti. Quasi quarant'anni fa, nel settembre 1982, servendosi dei tre caratteri della tastiera di un computer (due punti, trattino e parentesi tonda) ha usato l'espressione di felicità e tristezza in una comunicazioni tra colleghi, con l'intento di distinguere i messaggi scherzosi da quelli seri. Gli emoji come li conosciamo, con disegni e grafica, sono poi nati in Giappone negli anni Novanta. La prima faccina è stata creata da Shigetaka Kurita che lavorava per un'azienda di telecomunicazioni, il primo set di emoji è stato lanciato da un operatore telefonico che lo rese disponibile su un servizio per telefoni e diversi anni dopo convinse Apple ad inserire gli emoji all'interno dell'iPhone.
Gli emoji sono diventati un linguaggio naturale grazie al loro successo nelle app di messaggistica istantanea come WhatsApp, che proprio da pochi giorni ha reso disponibile sulla chat la possibilità di inserire tutta la gamma degli emoji sulla tastiera per la funzione Reactions (permette di rispondere ad un messaggio con un semplice emoji, appunto). E, specchio dei tempi, sono finiti per diventare un modo per sensibilizzare su temi importanti o per esprimere inclusione e diversità. Ad esempio, in piena pandemia per il Covid-19 sono stati lanciati il simbolo della vaccinazione e la faccina con la mascherina. Sono anche disponibili gli emoji gender neutral come la donna con la barba e, se fino al 2016, alcune professioni come l'agente di polizia erano rappresentate come esclusivamente maschili, in seguito sono state rese più inclusive. Inoltre, Unicode, l'organizzazione no-profit con sede nella Silicon Valley che standardizza il modo in cui il testo viene codificato su internet, ha introdotto i modificatori della tonalità della pelle basati sulla scala Fitzpatrick, uno standard riconosciuto per la dermatologia, che ha reso molte emoji più inclusive.
Più di recente, a marzo sono arrivate oltre 30 nuove faccine. Tra le altre c'è la Melting Face, l'emoji che si sta sciogliendo per rappresentare uno stato d'animo post-pandemia o per descrive il caldo torrido; la stretta di mano personalizzata nella tonalità, un uomo in dolce attesa. Tra le prossime emoji in arrivo a settembre ci sarà anche quella che rappresenta il wi-fi: incredibile come in un'epoca di iperconnesione, fino ad ora non ci fosse.
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