Hacker infiltrati nelle comunicazioni diplomatiche dell'Unione Europea per anni: lo rivela oggi il New York Times, spiegando che sono stati migliaia i messaggi intercettati, che rivelavano le preoccupazioni sull'imprevedibilità dell'amministrazione Trump, i problemi con Cina e Russia ed il programma nucleare iraniano. Anche se da Bruxelles è trapelato che non sono state colpite le comunicazioni riservate. I metodi degli hacker sarebbero simili a quelli usati in precedenza dai militari cinesi.
I diplomatici, ad esempio, descrivono l'incontro di luglio tra Trump ed il leader russo Putin come "un successo, almeno per Putin". Oppure i dettagli di un incontro privato tra il presidente cinese Xi Jinping e funzionari europei a inizio anno in cui Xi avrebbe avvertito che la Cina "non si sottometterà al bullismo" di Washington, "anche se una guerra commerciale colpisce tutti". Anche altre istituzioni internazionali, come l'Onu, sarebbero state colpite in questo periodo.
"Prendiamo seriamente qualsiasi rapporto su accuse di hacking" ma allo stesso tempo "nessun paese è immune a questo tipo di attacchi" e a livello Ue "abbiamo costantemente a che fare con queste sfide" con relativi "aggiornamenti della sicurezza". Così il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis sulle informazioni di spionaggio delle comunicazioni riservate europee pubblicate dal Nyt. Il sistema menzionato nell'articolo, il Coreu, ha quindi precisato Dombrovskis, è "del Segretariato del Consiglio", non della Commissione Ue.