Fumogeni, cori e striscioni sulle gradinate. Elementi caratteristici di ogni partita di calcio. Ma stasera lo stadio Nicola Ceravolo di Catanzaro non è stato teatro di una gara dei giallorossi locali ma dei festeggiamenti di un matrimonio. A sceglierlo come location del suo "giorno più bello", manco a dirlo, il capo ultrà della tifoseria catanzarese Andrea Amendola, che negli ultimi anni alterna l'attività di supporter con quella di politico essendo consigliere comunale di Forza Italia.
"Era il mio desiderio da bambino" aveva detto per spiegare la scelta di festeggiare allo stadio. E oggi, dopo il fatidico sì alla sua Jessica - abito bianco con strascico e lungo velo - in una chiesa del centro storico, Amendola e sua moglie si sono diretti al "Ceravolo" dove sono stati accolti da un tifo da stadio - e non poteva essere diversamente - con i ragazzi della curva "Massimo Capraro" che hanno dato il meglio di loro stessi con cori e fumogeni all'arrivo degli sposini. La scelta dell'amministrazione comunale di concedere l'impianto per un uso del tutto inusuale non aveva mancato di provocare reazioni, non tutte positive, soprattutto tra la minoranza di centrosinistra. A dare un "calcio" alle polemiche è stato il sindaco Sergio Abramo, tra gli invitati - circa 500 - alla festa insieme a esponenti politici dei vari schieramenti, anche quelli di minoranza, al commissario della Provincia Wanda Ferro, ad esponenti dell'imprenditoria cittadina e, ovviamente, ai veri protagonisti del luogo scelto come location: gli ultrà.
Non solo quelli giallorossi ma anche quelli delle tifoserie gemellate: Fiorentina, Brescia, Barletta, Olbia ed anche Salisburgo. "Non c'è stata nessuna corsia preferenziale - ha detto il sindaco - ma è previsto dal regolamento comunale l'utilizzo dello stadio anche per altri tipi di manifestazioni, come i matrimoni, dietro il pagamento di un ticket di circa 2000 euro. Tra l'altro quando Andrea ci disse di questo suo desiderio eravamo in una riunione dei capigruppo e nessuno, della minoranza, sollevò obiezioni. Anzi, uno di loro disse pure che se non si sposava il capo ultrà allo stadio chi altri avrebbe potuto farlo? Anche il presidente della squadra, che ha in gestione l'impianto, ha dato la sua autorizzazione".
Per l'occasione, dunque, forse per la prima volta in Italia, via strisce bianche e bandierine del calcio d'angolo e spazio a tavoli con tovaglie bianche e decori giallorossi e divanetti, sistemati nella metà campo sotto la curva dei tifosi giallorossi, con il tavolo degli sposi posizionato giusto sulla linea di porta. E poi punti per la distribuzione di birra alla spina e cucine mobili per il catering, un palco per l'esibizione di artisti locali che hanno suonato musica anni '70 ed '80 ed il manto erboso trasformato in una pista da ballo.
"E' stata la giornata più bella della mia vita - ha detto Amendola. Prima di tutto per il sì alla mia Jessica. E' stato amore a prima vista. Ci siamo conosciuti a settembre in Comune ma poi l'amore è sbocciato su queste gradinate. E' tifosa anche lei ed ha capito che gli ultrà non sono come vengono descritti. Adesso viene con me in trasferta e non ha fatto nessuna difficoltà quando le ho detto del mio desiderio. E poi è stato bellissimo festeggiare con i miei ragazzi con i quali ho condiviso quasi 30 anni di vita". Adesso, anche senza dirlo Amendola e la sua Jessica hanno un desiderio, vincere la gara con le altre tre coppie della trasmissione "quattro matrimoni in Italia". Alla cerimonia, infatti, hanno partecipato le telecamere di Sky per la trasmissione, ripresa da un format inglese, in onda su FoxLife e che mette in palio un viaggio di nozze in una località esotica.
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