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11 settembre, dopo 13 anni è ancora paura

Obama annuncia il suo piano per combattere la minaccia jihadista in Iraq e Siria

Redazione Ansa

Le brutali decapitazioni dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff per le mani dell'Isis hanno toccato un nervo nell'opinione pubblica degli Stati Uniti e oggi, a 13 anni dagli attacchi dell'11 settembre, il Paese scopre di aver paura.

Quasi un americano su due, il 47%, è convinto che il suo Paese sia meno sicuro di quanto non fosse prima dell'11 settembre: lo rivela un nuovo sondaggio Wall Street Journal/Nbc. E' un dato significativo: a un anno dal crollo delle Torri Gemelle, nel settembre 2002, un altro rilevamento aveva misurato al 20 per cento la percentuale del Paese in apprensione, mentre l'anno scorso 28 su cento si erano detti preoccupati per possibili nuovi attentati. Solo il 26 per cento degli americani si sente oggi più sicuro che prima delle stragi di al Qaida.

New York resterà un obiettivo per eventuali attacchi terroristici. ''Eravamo il target numero uno un anno fa, lo eravamo anche prima. Non mi attendo che questo possa cambiare sotto di me''. Lo afferma il sindaco di New York, Bill De Blasio, in un'intervista all'Associated Press, in occasione dell'anniversario dell'11 settembre. La crescente minaccia dell'Isis ricorda che ''non ci si puo' adagiare sugli allori''. De Blasio partecipera' alla cerimonia che si terrà a Ground Zero. ''La responsabilita' che io ho oggi nasce dal quel giorno orribile. Il mio ruolo ora e' badare ai soccorritori che da allora si sono ammalati, ed essere vigile'' contro il rischio di eventuali attacchi.

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