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Vignettista scampato, "non mi fanno paura"

Lars Viks nel mirino: disegno' Maometto con corpo di cane

Redazione Ansa

"Non mi faccio spaventare. Continuerò a comportarmi come ho sempre fatto": in un'intervista alla tv France 24, il vignettista svedese Lars Vilks, sfuggito a una sparatoria a Copenhagen ieri, afferma che non cederà alla paura e continuerà ad esprimersi liberamente. Da otto anni, Vilks, 68 anni, vive sotto la minaccia di organizzazioni radicali o terroristiche. Nel 2010 la sua abitazione, nel sud della Svezia, fu incendiata. Che fosse lui nel mirino del terrorista danese, non sembra esserci dubbio: "francamente - dice - non vedo altri possibili candidati. Vivo con numerose minacce di morte sulla testa, e mi sembra logico che fossi io la persona nel mirino". Le minacce si sono intensificate dopo che, nel 2007, pubblicò dei disegni in cui il Maometto era rappresentato con il corpo di un cane. Dagli attacchi a Charlie Hebdo, la protezione nei suoi confronti era stata rafforzata. Ma lui non cambierà atteggiamento: "visto che i terroristi comprendono soltanto il linguaggio delle armi - afferma - è inutile provare a parlare con loro di libertà d'espressione. Tutto quello che si può fare, è dimostrare loro che il loro progetto non ha senso e continuare a comportarsi nella stessa maniera". Ieri, al momento della sparatoria, Vilks non aveva ancora preso la parola al dibattito, e stava ascoltando l'intervento di Inna Shevchenko, del movimento Femen, quando ha udito gli spari: "era surreale, all'inizio non capivo cosa stesse succedendo". Poi, gli uomini della sicurezza l'hanno portato fuori ed è rimasto chiuso in una stanzetta in compagnia della presidente dell'associazione che organizzava l'evento: "Siamo rimasti lì dentro forse 30 minuti - ha raccontato - non avevo paura, eravamo circondati da poliziotti con le armi cariche".

Lars Viks nel mirino: disegno' Maometto con corpo di cane - Era stato già aggredito e minacciato più volte il disegnatore svedese Lars Vilks, 68 anni, rimasto illeso in un sanguinoso attacco contro un convegno a Copenaghen su Islam e satira. Il suo nome divenne noto nell'agosto del 2007 quando disegnò in una vignetta Maometto con un corpo di cane, simbolo oltraggioso nel mondo musulmano. Subito dopo la pubblicazione della caricatura sulla stampa svedese e poi danese, Vilks ricevette minacce di morte e al Qaida offrì addirittura una ricompensa di 100mila dollari a chi lo avesse 'fatto fuori': annunciando la taglia, il leader di una frazione irachena dell'organizzazione, Abu Omar al-Baghdadi, promise inoltre un macabro 'bonus' del 50% in più se il disegnatore "fosse stato sgozzato come un agnello", mentre un'altra taglia da 50.000 dollari veniva offerta per la testa di Ulf Johansson, direttore di Nerikes Allehanda, il giornale locale svedese che pubblicò per primo la vignetta. Nei mesi successivi manifestazioni di protesta vennero organizzate da musulmani in Svezia, mentre Egitto, Iran e Pakistan protestarono attraverso i canali diplomatici e nuove minacce di morte furono rivolte a Vilks come a Johansson. Nel marzo 2010 sette persone di religione islamica, quattro uomini e tre donne, furono quindi arrestate in Irlanda per un presunto complotto per assassinare il disegnatore. In quella occasione Vilks affermò: "Non si può dire che io stia tremando di paura. Mi sono preparato in diversi modi e ho un'ascia a casa nel caso qualcuno tenti di entrare dalla finestra". E confermò poi alla stampa di aver ricevuto un avvertimento dai servizi segreti svedesi (Sapo) su presunte minacce provenienti anche dalla Somalia, dai sanguinari jihadisti di al Shabaab. L'11 maggio 2010 il vignettista fu poi aggredito mentre teneva una conferenza sulla libertà di espressione all'Università di Uppsala, quando aveva cominciato a mostrare un video su omosessualità e religione. E pochi giorni dopo venne attaccata la sua casa a Nynashamnsvage, Svezia meridionale, con bottiglie incendiarie. Non era finita: a gennaio di quest'anno la giustizia americana ha condannato a 10 anni di carcere Colleen LaRose, americana convertita nota col nome di battaglia di 'Jihad Jane', per aver a sua volta complottato per uccidere Vilks. E oggi, a Copenaghen, qualcuno ci ha riprovato.

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