Prosegue incessante e a ritmi sostenuti il flusso di migranti e profughi dalla Macedonia in Serbia, entrambi Paesi di transito lungo la 'rotta balcanica', battuta da decine di migliaia di siriani, afghani, iracheni, pachistani e africani in fuga da guerre e povertà e desiderosi di raggiungere - attraverso l'Ungheria - Germania, Austria, Svezia e altri Paesi prosperi del nord Europa.
Nelle ultime 24 ore sono stati oltre tremila gli arrivi nel centro di prima accoglienza di Presevo, nel sud della Serbia, mentre almeno 5 mila hanno affollato l'altro centro di accoglienza di Kanjiza, nel nord a pochi km dal confine ungherese.
Da lì i migranti cercano di entrare in Ungheria, oltrepassando con apparente facilità la barriera metallica e filo spinato che Budapest sta finendo di costruire lungo i 175 km di frontiera con la Serbia.
Negli ultimi giorni il numero degli arrivi si è andato via via moltiplicando in vista del 15 settembre, la data fatidica indicata dal governo conservatore ungherese per la chiusura della frontiera con la Serbia e l'entrata in vigore di nuove norme più severe e restrittive in fatto di immigrazione.
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