Streghe e fantasmi per esorcizzare il terrore: sono bastati pochi minuti per trasformare la festa di Halloween in una giornata drammatica, ma New York non cede alla paura dopo l'attacco con un pickup che ha ucciso almeno otto persone ferendone una quindicina. "Per questo andremo alla parata, ci hanno detto che ci sarà comunque, e noi saremo li, è un segnale di sfida a chi ci vuole soffocare", racconta Linda. E' vestita da diavolo, e racconta all'ANSA che stava andando in giro per la città con il fidanzato, il figlio e altri amici per il tradizionale "dolcetto o scherzetto", in attesa del grande appuntamento di questa sera. Le autorità di New York hanno deciso che la parata sulla Sesta Avenue che si tiene ogni anno il 31 ottobre ci sarà in ogni caso, e anche loro non mancheranno, per dimostrare che i terroristi non l'avranno vinta. Nel frattempo, mezza Manhattan è blindata, e le barricate della polizia bloccano il traffico per un perimetro di una decina di isolati intorno al luogo dell'attentato, lungo la pista ciclabile sull'Hudson, dove c'è ancora il pickup col muso squarciato. All'incrocio su Chambers e Greenwich Street incontriamo Hamid, proprietario di un food truck di specialità Halal. "Ho sentito tre botti, ma pensavo fossero petardi - racconta - è Halloween, e tutti vogliono fare festa". Poi, spiega, ha visto una marea di gente correre in preda al panico verso la sua direzione, e ha capito che erano spari. "Urlavano tutti, dicevano ha una pistola, ha una pistola", continua. Jordan, 13 anni, è invece una studentessa della Stuyvesant High School, vicinissima a dove è avvenuto l'attentato. "Abbiamo sentito dei botti, e le insegnanti - racconta - ci hanno fatto scendere in palestra. Poi però hanno capito che si trattava di spari e così ci hanno fatto risalire di corsa per le scale, e ci siamo barricati in classe". La ragazzina racconta che era terrorizzata per il fratellino più piccolo, che va a scuola lì vicino. E le maestre verso le 15 li portano tutti i giorni in giardino per la merenda, quando c'è bel tempo. Proprio come oggi. "Piangevamo tutti, e cercavamo di metterci in contatto con i nostri familiari", continua. "Per fortuna mio fratello stava bene, e anche il maggiore, con cui ho parlato al telefono", sospira. Anche lui va al liceo nella zona, e non appena ha sentito quanto accaduto è sceso in cortile: "Mi ha detto di aver visto due corpi a terra - racconta Jordan - è sconvolto".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it