(ANSA) - ROMA, 18 FEB - "Nonostante, dall'inizio dell'anno,
migliaia di studenti siano scesi in piazza in tutta Italia,
contro l'attuale modello di scuola - esordisce Bianca Chiesa
dell'Unione Degli Studenti - il Ministro continua a non
ascoltarci, persistendo nel farci false promesse e non prendendo
in considerazione la posizione degli studenti in merito alle
problematiche vigenti nel sistema scolastico attuale, per questo
abbiamo occupato decine di scuole in tutto il paese e oggi
torniamo nelle piazze". "Non ci fermeremo finchè non cambierà -
continua Alessandro Finetto, del Laboratorio Studentesco - a
Torino, a seguito delle morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe
Lenucci e dei gravissimi atti di repressione subiti durante le
mobilitazioni, abbiamo occupato sedici scuole, riunendoci in
assemblea per ripensare una nuova idea di istruzione, che sappia
educarci al pensiero critico e non alla riproduzione continua di
nozioni. Questo venerdì siamo scesi in piazza e scenderemo
questa sera a Roma per ribadire che non ci fermeremo finchè non
ci saranno date risposte". "Oggi abbiamo protestato anche a
Napoli - dichiara Francesco Ferorelli, coordinatore dell'UdS
Napoli - Pretendiamo una maggiore tutela della nostra salute
all'interno delle scuole: in una situazione pandemica così
delicata è necessaria, oltre alla sicurezza sanitaria, quella
fisica, con maggiori investimenti sull'edilizia scolastica, e
mentale, innanzitutto attraverso il rispetto delle nostre
identità, con misure come le Carriere Alias. Pretendiamo
l'abolizione dei PCTO (alternanza scuola-lavoro) e ribadiamo
come il ruolo della scuola-azienda pesi anche sulla salute
mentale degli studenti, già messa a dura prova in questi anni
dalla Didattica a Distanza". "Dopo i cortei e le occupazioni di
questi mesi, oggi ci troviamo a Roma per gli Stati Generali
della scuola pubblica, dal 18 al 20 febbraio - conclude Luca
Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti - E'
necessario ripensare strutturalmente e complessivamente l'intero
mondo della scuola. Vogliamo che la politica ascolti la
componente studentesca, in quanto categoria maggiormente colpita
dalla pandemia e non solo; vogliamo risposte concrete, una volta
per tutte. Gli Stati Generali saranno un momento storico per il
nostro paese, in cui studenti e studentesse da tutta Italia si
riuniranno a Roma assieme a realtà politiche e sociali, per
ricostruire un nuovo immaginario di scuola. Non possiamo più
aspettare, una riforma dell'istruzione pubblica del nostro paese
non è solo possibile, ma necessaria". (ANSA).
VR/ APE XQKT (ANSA).
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