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Steve Jobs e il girocollo nero di Issey Miyake

La ‘divisa ufficiale’ del patron della Apple ispirata dalla Sony

Redazione Ansa

L’immagine è ormai iconica: Steve Jobs sul palco del Moscone West di San Francisco, luci soffuse e maxischermo alle spalle, mentre brandisce con malcelato orgoglio l’ultimo device che cambierà per sempre la user experience dei fan di Apple e, con il debito ritardo, anche di tutti gli altri.  Poco cambia se parliamo di iMac, iPod o iPhone. L’immagine è sempre la stessa: occhiali tondi dalla sottile montatura in titanio, un paio di Levis 501 scoloriti il giusto, ai piedi le immancabili sneakers New Balance 992. Ma soprattutto l’inimitabile dolcevita nera. Una sorta di uniforme, insomma. Ed è proprio così che Jobs la intendeva: un modo all’apparenza informale di trasmettere immediatamente a chi assisteva l’identità Apple. 


L’ennesima sua idea? Fino a un certo punto: l’ispirazione, ha spiegato lo stesso Jobs al suo biografo Walter Isaacson, è nata nella prima metà degli anni ’80, durante una visita alla Sony in Giappone. In perfetto stile nipponico, tutti i dipendenti della multinazionale del Sol Levante vestivano la stessa uniforme. Un retaggio, spiegava affascinato Steve Jobs, che affondava le radici nel periodo post bellico: dopo la seconda guerra mondiale, con un paese economicamente in ginocchio, la Sony (cosi’ come quasi tutte le istituzioni, a cominciare dalle scuole) aveva sentito il dovere di fornire ai suoi dipendenti una divisa, in modo da garantire a tutti, senza distinzioni, di poter vestire in maniera dignitosa, annullando le differenze economiche e sociali. Dalla povertà alla tradizione: la divisa, in tutto il Giappone e alla Sony in particolare, è diventata un segno distintivo, passando da abiti economici e funzionali ad outfit firmato da famosi designer. E la divisa di Sony all’inizio degli anni ‘80, guarda caso, era disegnata proprio da Issey Miyake. Complice anche un suggerimento ricevuto dal leggendario CEO di Sony Akio Morita, Jobs chiamò immediatamente Miyake per disegnare la divisa ufficiale di Cupertino. L’idea era quella di realizzare un gilet, su cui avrebbe campeggiato la immancabile mela morsicata. Idea naufragata sul nascere: appena Jobs si presentò sul palco per annunciare ai suoi l’avvento del gilet di ordinanza, venne pesantemente contestato. Niente divisa ufficiale, dunque. 
Ma perché non virare su una divisa personale? “Ho chiesto a Issey (sì, nel frattempo i due erano diventati amici) di farmi alcune girocollo nero che mi piacevano – spiega Jobs al biografo Walter Isaacson -, per vestirle come una divisa. Questo sia per praticità che per comunicare uno stile, e lui me ne ha fornite un centinaio”.  Isaacson, di fronte a questa affermazione un po' troppo perentoria, rimase scettico, pensando a una esagerazione. Allora Steve Jobs si alzò dalla sedia, aprì l’armadio e mostrò le oltre cento magliette girocollo in suo possesso: “Ecco, questo è quello che indosso, ne ho abbastanza finchè vivrò”.

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