(di Claudio Salvalaggio) (ANSA) - WASHINGTON, 30 MAG -
"Guilty", colpevole, per tutti i 34 capi di imputazione: Donald
Trump è rimasto impassibile alla lettura dello storico verdetto
raggiunto all'unanimità dopo due giorni di camera di consiglio
dai 12 membri della giuria sul caso pornostar, aggrottando le
sopracciglia solo quando il giudice Juan Merchan ha chiesto
ufficialmente alla giuria se quella fosse la sua decisione. "E'
stato un processo farsa, è una vergogna.
"C'è un solo modo per tenere Donald Trump fuori dallo Studio
Ovale: andare alle urne", ha replicato su X Joe Biden. "Il
verdetto di colpevolezza dimostra che nessuno è al di sopra
della legge", gli ha fatto eco la sua campagna. Il tycoon
diventa così il primo ex presidente americano condannato in un
processo penale e anche il primo candidato presidenziale a
correre come pregiudicato, uno status che comunque non gli
impedisce di essere eletto e fare il commander in chief. Da
vedere l'effetto sulla campagna elettorale, in un duello testa a
testa che potrebbe essere deciso da poche migliaia di preferenze
negli stati in bilico: secondo i sondaggi una fetta di elettori
moderati e indipendenti non è disposto a votare un 'nominee'
condannato. Intanto il suo social Truth è crollato in Borsa
nelle contrattazione after hours. La pena sarà stabilita in
un'udienza fissata per l'11 luglio, alla vigilia della
convention repubblicana che lo incoronerà candidato per la Casa
Bianca, probabilmente non senza qualche imbarazzo. La condanna
potrà variare da un massimo di 4 anni di carcere alla messa in
prova sino ad una multa. La galera appare improbabile perchè è
anziano ed incensurato, oltre alle complicazioni logistiche di
dover prevedere agenti del Secret Service in prigione per
difenderlo. In ogni caso il tycoon farà appello e quindi ci
vorranno mesi, se non anni per la conclusione della vicenda. Nel
frattempo resterà a piede libero. Il verdetto è arrivato
relativamente veloce, dopo due giorni di camera di consiglio in
cui i giurati avevano chiesto la rilettura di alcune istruzioni
del giudice e di alcune testimonianze, tra cui quella di Michael
Cohen: segno forse che qualcuno aveva dei dubbi o voleva
approfondire, ma alla fine è stata raggiunta l'unanimità
richiesta, evitando il rischio di uno stallo e di un
annullamento del procedimento. Trump era accusato di 34 capi di
imputazione per aver falsificato altrettanti documenti contabili
della sua holding per occultare i 130 mila dollari pagati alla
pornostar Stormy Daniels perchè non rivelasse durante la sua
precedente campagna elettorale del 2016 la notte di sesso che
aveva avuto con lui dieci anni prima. Soldi pagati dal suo ex
avvocato tuttofare Michael Cohen - reo confesso già condannato
per vari reati, diventato testimone chiave dell'accusa - e poi
rimborsati come spese legali fittizie, violando anche la legge
sui finanziamenti elettorali e quindi l'integrità del voto.
Questo caso riguarda "un complotto e un insabbiamento", il primo
"per corrompere le elezioni del 2016", il secondo "per
nascondere il complotto e mascherarlo falsificando i documenti
aziendali", aveva accusato il pm nella sua requisitoria. "I
documenti non sono falsi, Trump è innocente, non aveva alcuna
intenzione di truffare", aveva sostenuto la difesa, dopo aver
cercato di minare la credibilità sia di Cohen che di Stormy
Daniels, dipinti come due "mentitori" mossi dalla sete di
denaro, fama e vendetta. Il processo, iniziato oltre un mese fa,
è stato teso, con Trump silenziato da un 'gag order' per i suoi
ripetuti attacchi a giudice, procuratori e testimoni. Non sono
mancati i colpi di scena e i particolari piccanti. Come quando
la pornostar ha raccontato la fugace notte di sesso in una suite
d'albergo durante il torneo di golf a Lake Tahoe. Con Trump
deriso dall'attrice hard per il suo pigiama da Hefner (il
fondatore di Playboy) e sculacciato con la rivista dove si era
appena vantato di essere in copertina, prima di consumare "nella
posizione del missionario" il tradimento di Melania, all'epoca
in dolce attesa di Barron. Non l'unico, come dimostra l'altro
affair quasi contemporaneo evocato in aula con la coniglietta di
Playboy Karen McDougal, anch'esso messo a tacere con i soldi. Il
verdetto spaccherà nuovamente il Paese. I repubblicani hanno già
cominciato a fare quadrato intorno al loro leader: "Oggi è un
giorno vergognoso nella storia americana. I democratici esultano
per la condanna del leader del partito avversario con accuse
ridicole, basate sulla testimonianza di un criminale radiato
dall'albo e condannato", ha scritto su X lo speaker della Camera
Usa, il repubblicano Mike Johnson, accusando Joe Biden di "aver
strumentalizzato la giustizia" contro Donald Trump. (ANSA).