(dalle inviate Serena di Ronza e Benedetta Guerrera) (ANSA) -
CHICAGO, 22 AGO - Con un discorso potente di soli 45 minuti,
Kamala Harris accetta la nomination alla presidenza "per conto
di tutti coloro la cui storia puo' essere scritta solo nella
piu' grande nazione sulla terra". Accolta da una interminabile
ovazione al suo ingresso - ha richiamato scherzando il pubblico,
'mettiamoci al lavoro' -, Harris e' radiosa.
"Mia madre mi manca ogni giorno ma ora più che mai", confessa
Harris ricordando che e' stata sua madre a crescere lei e la
sorella Maya quando i suoi genitori si sono separati. "Mia madre
era una dura: ci ha insegnato a non lamentarci delle ingiustizie
ma a fare qualcosa per cambiarle", dice la vicepresidente, prima
di attaccare Donald Trump. "E' una persona non seria ma le
conseguenze di riaverlo alla Casa Bianca sono estremamente
serie. Considerate il potere che avra', soprattutto dopo che la
Corte Suprema gli ha concesso l'immunita'", spiega assicurando
che non si alleera' mai con i dittatori come l'ex presidente e
che restera' a fianco dell'Ucraina, nella Nato e con l'Europa.
Harris si sofferma anche sullo spinoso tema di Gaza che spacca i
democratici. Promette che chiudera' l'accordo per il cessate il
fuoco e il rilascio degli ostaggi: "io e il presidente lavoriamo
senza sosta per mettere fine alla guerra in modo che Israele sia
sicuro, le sofferenze a Gaza finiscano e i palestinesi possano
realizzare l'aspirazione alla loro autodeterminazione". La
vicepresidente affronta anche il nodo dell'immigrazione, suo
tallone di Achille che la espone a forti critiche da parte dei
repubblicani. Harris si e' impegnata a intervenire e riformare
il sistema dell'immigrazione, anche offrendo un percordo di
cittadinanza a chi lo merita, e risolvere l'emergenza al
confine. Sull'economia la vicepresidente si impegna ad aiutare
la classe media, da cui lei stessa proviene, e le famiglie. Una
volta terminato il discorso piu' importante della sua carriera
politica, Harris e' raggiunta sul palco dal marito, il candidato
alla vicepresidenza Tim Walz e la moglie Gwen, tutti accolti da
una pioggia di 100.000 palloncini mentre suonano le note di
Fredeom di Beyonce'. La superstar era attesa e molte
indiscrezioni ne indicavano la presenza ma Beyonce' sul palco
non e' salita. A dare spettacolo e' stata Pink, ma anche una
serie di star di Hollywood, da Kerry Washington a Eva Longoria.
Molti importanti nomi della politica si sono avvicendati
esortando gli americani a votare per Kamala Harris, una "tosta,
una di noi", come l'ha descritta la governatrice del Michigan
Gretchen Whitmer. Sul palco salgono anche le mamme, le
insegnanti e i compagni di bambini uccisi nelle stragi a scuola
- da Sandy Hook in Connecticut a Uvalde in Texas. Un momento
drammatico che ha ricordato quanto la piaga della violenza delle
armi sia diffusa negli Stati Uniti. "Kamala Harris sara' una
grande presidente, e affrontera' e battera' la lobby delle
armi", dice determinata Gabby Giffords, l'ex deputata
democratica colpita da una pallottola nel corso di una
sparatoria nel 2011 in cui furono uccise sei persone. Gifford si
salvo' per miracolo. Da allora si e' lanciata in una battaglia
serrata contro le armi, nella quale Harris e' gia' impegnata in
prima fila. Sul palco anche i `Central Park Fiveï, i cinque
afroamericani che da teenager furono carcerati per decenni per
un crimine mai commesso. Per loro, accusati di aver stuprato e
ridotto in fin di vita una ragazza che correva a Central Park
nel 1989, Trump chiese la pena di morte acquistando pagine sui
quotidiani locali. (ANSA).