(ANSA) - PALERMO, 20 DIC - Un lungo applauso dei compagni di
partito e dei simpatizzanti venuti a Palermo per esprimere
solidarietà al loro leader scioglie una tensione durata quasi
otto ore. Tanto ci hanno impiegato i giudici della seconda
sezione del tribunale di Palermo ad assolvere Matteo Salvini
dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio
"perché il fatto non sussiste".
Anche per la segretaria del Pd Elly Schlein "le sentenze si
rispettano sempre, a differenza di quanto fa la destra". Finisce
dunque con una assoluzione piena una storia che ha travalicato i
confini delle aule giudiziarie e perfino quelli dell'Italia. La
vicenda ha inizio dopo il salvataggio di 124 migranti in acque
Sar libiche da parte della ong catalana. L'equipaggio chiede
all'Italia e a Malta l'assegnazione di un porto sicuro: la prima
di una serie di istanze in tal senso, ma, come risposta,
dall'Isola dei Cavalieri riceve un fermo no e da Salvini arriva
un decreto di divieto di ingresso in acque italiane. Una
decisione, quella del Viminale, presa in virtù dei cosiddetti
decreti sicurezza e in accordo con i ministri 5Stelle della
Difesa e dei Trasporti Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.
Inizia così il braccio di ferro tra l'allora governo
giallo-verde e Open Arms. Più volte l'ong torna a sollecitare
l'assegnazione del porto nel silenzio del ministero. Intanto la
situazione a bordo peggiora di giorno in giorno: l'equipaggio
denuncia le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui si
trovano i profughi. Diversi migranti in cattive condizioni di
salute vengono fatti scendere a terra e per i minorenni, dopo il
ricorso di Open Arms, il tribunale di Palermo decide lo sbarco.
In pieno scontro col ministro Salvini la ong compie un terzo
salvataggio in mare. Si arriva così a metà agosto quando Open
Arms sceglie la strada giudiziaria e ricorre al Tar del Lazio.
Il presidente dei giudici amministrativi risponde a stretto giro
e sospende il provvedimento di Salvini. La situazione a bordo è
ormai ingestibile, l'esecutivo scricchiola e Salvini resta solo
a sostenere la linea del rigore. Lo stallo cessa il 20 agosto
quando l'allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale
sulla nave per accertare le condizioni fisiche e psichiche dei
profughi - alcuni disperati si sono buttati in mare per
raggiungere a nuoto Lampedusa - e decide il sequestro
dell'imbarcazione. Salvini viene indagato per sequestro di
persona e rifiuto d'atti d'ufficio in concorso con il suo capo
di Gabinetto Matteo Piantedosi. Per competenza le carte vanno ai
pm di Palermo e poi al tribunale dei ministri che rivendica la
sindacabilità delle decisioni del ministro ritenendole atti
amministrativi e non politici e formula l'imputazione. Il 15
settembre 2021 comincia il processo, che va avanti 3 anni e 24
udienze, fino alla sentenza di oggi. "Il dispiacere è
soprattutto per le persone che sono state private della loro
libertà" chiosa Oscar Camps, il capo di Open Arms. Salvini la
vede in tutt'altra maniera: "ho solo difeso i confini". (ANSA).