dell'inviata Claudia Fascia
Imprevedibile Arisa. Con i suoi sbalzi d'umore, le sue stranezze, la sua simpatia, la sua finta ingenuità, le sue gaffe. E stasera anche con i suoi guai fisici. Veri o presunti, chissà. E' lei - dopo Luca e Paolo e dopo il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero - ad animare la terza serata del Festival di Sanremo. All'inizio non si vede, poi spiega di essere caduta, sbaglia un paio di presentazioni e spiega di aver "preso dell'anestetico". Anestetico? - interviene preoccupato Conti - Sarà analgesico! "Ah, non è la stessa cosa? Be', lo consiglio comunque a tutti", replica Arisa sopra le righe. Il primo brivido è con il consueto collegamento al Tg1 delle 20. Carlo Conti giustifica l'assenza della cantante-valletta lucana con un "piccolo incidente".
Qualcuno pensa a un colpo di testa di Arisa, che in mattinata aveva detto spiegato le sue stranezze dicendo "ho le mie cose". Il brivido si ripresenta quando, a festival appena iniziato, Conti chiama Arisa, ma dalle scale non scende nessuno. Lei spunta poi dalle quinte, in un elegante abito lungo in velluto e raso nero e tacchi alti, lamentandosi e zoppicando leggermente. "Ahi, ahi", esordisce e rivolgendosi al conduttore: "Caro Carlo, per festeggiare la terza serata ieri ho pensato bene di fare snowboard su 20 scalini e mi sono spezzata tutta quanta. Comunque teniamo duro, che fa figo e non impegna", cinguetta con la sua vocina da cartone animato. Incidente vero o finto? Dietro le quinte si mormora di qualche battibecco con la sua compagna di avventura Emma - e anche per questo motivo avrebbe licenziato la sua addetta stampa, troppo amica della salentina - e il dubbio aumenta quando arriva, leggermente in ritardo, sul palco per presentare trotterellando a passo veloce. Quando rientra per la cover di Annalisa, sbaglia, incespica. "Seee, ciao... Il medico mi ha dato dell'anestetico". A prenderla un po' giro arriva anche Emma: "Per risparmiare sui comici, chiamiamo il dottore di Arisa". Altro intoppo sulla presentazione della cover di Grignani, che porta Vedrai Vedrai, di Tenco. "Scritto nel 1970". Peccato che Tenco sia morto, suicida, proprio a Sanremo nel 1967.
(FOTO DI CLAUDIO ONORATI E ETTORE FERRARI)
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