(ANSA) - MILANO, 24 APR - Non poteva essere che al Piccolo,
dove da pantera di Goro diventò una diva brechtiana, l'ultimo
saluto di Milano a Milva, scomparsa ieri a 81 anni. La sua
camera ardente sarà infatti allestita nel foyer dello Strehler,
martedì 27 aprile. Fu a Milano, tra il Piccolo e la Scala, con
Giorgio Strehler come pigmalione, che la carriera di Milva, fino
ad allora imperniata sulla musica leggera, prese la strada
dell'impegno alto, tanto da essere scelta da Luciano Berio per
l'anteprima mondiale del 1982, de 'La vera storia'. "Luciano,
forse il più grande compositore del Novecento, la volle come
interprete e fu in quel periodo - ricorda oggi Sergio Escobar,
per decenni direttore del Piccolo ma prima ancora al lavoro alla
Scala - che ne conobbi le qualità umane e artistiche, poi ci
frequentammo molto negli anni del Piccolo, che era diventato
parte della sua vita". Un legame non solo artistico, ma basato
sulla condivisione dei valori dell'antifascismo, tanto che il
trentennale sodalizio iniziò nel 1965, quando Paolo Grassi la
invitò a interpretare i Canti della Libertà". Il nome di Milva
nella storia del Piccolo si intreccia tanto a quello di Strehler
quanto a Bertolt Brecht. "Andavo a vedere le prove del primo
spettacolo con le canzoni di Brecht e Kurt Weill alla piccola
Scala e - ricorda il regista Filippo Crivelli - Strehler le
diceva 'stai ferma', 'non muovere quel braccio . L'ha molto
studiata per togliere i difetti dei cantanti televisivi e
radiofonici. E' stata costruita da lui". Tra gli anni Sessanta e
Settanta, Milva è in scena accanto a Strehler tre volte, nelle
successive edizioni di Io, Bertolt Brecht (1966/67; 1974/75;
1979/80). Ma è soprattutto nella seconda, straordinaria edizione
de L'opera da tre soldi del 1973 che fa apprezzare a pieno il
suo talento di cantante e attrice. I songs brechtiani si
dimostrano particolarmente adatti al suo timbro vocale e alla
sua forte personalità e diventa la sua interprete italiana per
eccellenza. Nella stagione 1995/96, in occasione del Festival
Brecht del Piccolo Teatro, crea insieme a Strehler un nuovo
recital brechtiano, 'Milva canta un nuovo Brecht: non sempre
splende la luna', privilegiando le poesie e le canzoni più
delicate, intimiste, sofferte e riflessive dell'autore. La
relazione con il Piccolo vive di due sue altre grandi passioni,
tanto diverse, quanto esemplificative della sua umanità, della
sua cultura e della sua curiosità: Astor Piazzolla, di cui,
sotto la guida di Filippo Crivelli, porta in scena un memorabile
recital nel 1996/97, e Alda Merini, alla quale dedica 'Milva
canta Merini' nella stagione 2004/05. Nel 2006 torna a
interpretare Brecht, nell'ultima apparizione al Piccolo. Con
Strehler collaborò non solo al Piccolo ma anche alla Scala,
mettendo "la sua voce magnetica e la sua soggiogante presenza
scenica - ricorda oggi il Piermarini - disposizione di alcuni
dei progetti musicali e culturali più coinvolgenti e innovativi"
della seconda metà del 900. Il debutto, nel 1975, proprio con
'Io, Bertolt Brecht n. 2 '. L'apice, nel 1982, quando Luciano
Berio la chiamò a vestire i panni del Primo cantastorie alla
prima assoluta di 'La vera storia' sul libretto di Italo
Calvino. "Milano - sottolinea il sindaco Sala - è grata a Milva
che, emiliana di nascita, aveva scelto di vivere qui facendo del
Teatro Strehler il suo teatro e dei milanesi il suo pubblico più
affezionato. Ciao Milva, non ti dimenticheremo". (ANSA).
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