(di Michele Cassano) (ANSA) - ROMA, 28 AGO - "Nella prossima
stagione mi auguro che PresaDiretta continui ad essere strumento
di conoscenza e approfondimento, che gli spettatori escano più
ricchi dalle puntate. E' una fase in cui se si conoscono le
cose, a cominciare dalla pandemia, si ha meno paura.
"Assange che è un buco dell'informazione - sottolinea Iacona -.
E' una vicenda che analizziamo a lungo in un reportage di due
ore e che si incrocia benissimo con l'attualità dei nostri
giorni. Se avessimo fatto tesoro di un anno importante come il
2010 con il pool di testate che avevano rivelato cosa avveniva
in Afghanistan e Iraq, non saremmo arrivati dopo siamo. La
guerra al terrore si è trasformata in una sporca guerra che si è
rivoltata contro di noi, dando spazio al potere sporco,
autorizzando le torture". Altro tema è la transizione ecologica,
uno dei cavalli di battaglia di PresaDiretta. "L'opinione
pubblica è avanti su questi temi - sostiene il conduttore -, ma
le risposte politiche tardano ad arrivare e sono anche un po'
confuse. Non puoi delineare la transizione ecologica e investire
ancora su gasdotti che saranno pronti tra molto tempo". Spazio
anche alla pandemia in due puntate con la battaglia per la
liberalizzazione dei brevetti, i contratti con la grande
industria del farmaco e i Paesi poveri che stanno ancora
aspettando. Inoltre, PresaDiretta torna di nuovo sui segreti di
Wuhan, perché a quasi due anni dall'apparizione del virus che ha
cambiato le nostre vite, nessuno conosce la sua origine. In
programma anche una inchiesta sullo sport di massa che è sulle
spalle delle famiglie, nelle scuole non è mai decollato, mentre
i conti dei grandi del calcio sono sempre più in rosso. Iacona
si dice ottimista sul futuro della Rai, fiducioso che il nuovo
vertice possa fare un buon lavoro. "La Rai è un animale strano -
dice -, pur essendo legato alla politica è molto libero perché
gode di autonomia editoriale. Nessuno mi dice cosa devo fare,
nessuno entra nella mia bottega. La benzina più preziosa è la
libertà, che si sostanzia nel prodotto. Dai nuovi vertici mi
aspetto grande rispetto per il prodotto e che si faccia ancora
di più, perché sono infinite le possibilità. Leggendo il
curriculum dei nuovi vertici sono ottimista. Tutte le
presentazioni sono state fatte in chiave tagli, come se la Rai
fosse un'azienda in fallimento, ma non è così. L'importante è
che non si tagli il prodotto perché altrimenti la Rai si
indebolirebbe sul mercato, dove non c'è più solo Mediaset, ma
anche i grandi player internazionali". (ANSA).