(ANSA) - ROMA, 16 AGO - L'ultimo, ancora in sala, è Elvis di
Baz Luhrmann a 45 anni dalla sua morte avvenuta il 16 agosto del
1977. Ma le star della musica, grazie ai biopic, sembrano ormai
aver conquistato oltre ai fan in delirio sotto al palco anche
gli spettatori più compassati delle sale cinematografiche.
Stardust - David prima di Bowie è stato un tuffo nei primi anni
di carriera, e di porte in faccia, dell'artista inglese (e a
settembre arriva in sala per tre giorni anche il documentario
Moonage Daydream, nel quale scorrono immagini di concerti mai
visti prima con alcuni dei brani più iconici e popolari di
Bowie). Fra i titoli più recenti che non sono passati
inosservati Walk the Line - Quando l'amore brucia l'anima (2005)
su Johnny Cash, e Judy sugli ultimi - devastanti - mesi di vita
della cantante e attrice Judy Garland (interpretata da Renée
Zellweger, che per questo ruolo ha vinto l'Oscar come miglior
attrice). Negli ultimi due anni, poi, c'è stato un vero e
proprio boom di film biografici dedicati alle voci divine della
musica black del passato, con il carico di rivalsa sociale che
hanno portato. Da Respect (2021) di Liesl Tommy, su Aretha
Franklin, a Gli Stati Uniti conto Billie Holiday (2021) di Lee
Daniels. Andando invece più indietro nel tempo, due lavori hanno
lasciato il segno: Bird (del 1988) di Clint Eastwood che
ripercorre vita, carriera, dipendenze e illusione del genio
sregolato della musica jazz, Charlie "Bird" Parker, e 8 Mile,
reinvenzione della vita del rapper di Detroit Eminem, con la
regìa di Curtis Hanson. Tra i punk rocker vale la pena ricordare
Sid e Nancy (1986) sul "sex pistol" Sid Vicious e per il grunge
lo struggente Last Days (2005) di Gus Van Sant sulle ultime ore
di vita di Kurt Cobain. (ANSA).