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San Valentino, ad Assisi parete dell'amore di Properzio

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 FEB - C'è una parete dell'amore nei sotterranei dell'Assisi ai tempi dell'impero romano. Ci si arriva dalla cripta del Santuario della Spogliazione, passando attraverso i segni e i resti di una storia millenaria. Il romantico dipinto si trova esattamente nel criptoportico della cosiddetta casa di Properzio. Risale al I secolo dopo Cristo e fu realizzato dallo stesso poeta Sesto Properzio di cui la città di San Francesco vanta i natali. L'ANSA, in concomitanza con i festeggiamenti di San Valentino, ha potuto ammirare da vicino la parete avvalendosi del racconto dell'operatrice museale Beatrice Camilli. "Si tratta di un viridarium - racconta l'esperta - una sorta di finestra spalancata su un giardino in cui sono raffigurati ben 96 uccellini, tutti diversi tra loro, che sono tra rami che volteggiano nel nulla, con foglie o petali di fiori a forma di cuoricini". "Possiamo certamente chiamarla la parete degli innamorati, sia per i cuori dipinti, sia per il nome proprio di Properzio che è questo poeta elegiaco che nelle sue opere parla del suo spassionato amore per Cinzia, la donna che a volte si nega e a volte si concede", spiega Camilli. "È un'opera speciale che può essere dedicata a tutti gli innamorati nel giorno di San Valentino, che idealmente, nel farsi un reciproco dono, si possono proprio scambiare questa parete", dice l'operatrice. Che nel dettaglio fa notare come in un lato, oltre agli uccellini e alle foglie a forma di cuore, siano stati raffigurati anche tre gigli: "Solitamente il giglio bianco viene legato spesso all'Annunciazione, ma questi di colore rosso lasciano pensare che siano stati dipinti più a tema amoroso", racconta ancora la guida. A pochi metri dal viridarium ci sono altri dipinti "romantici", Camilli in particolar modo lo evidenzia uno: "È un pinax, un quadretto, con il mito di Polifemo e Galatea". "Il mito originale greco, come tutti i miti - sottolinea l'esperta - è abbastanza cruento e tragico. Qui Properzio, invece, lo racconta in maniera più lieve, ovvero, Galatea, una ninfa del mare, rimane affascinata dal canto di Polifemo, il gigante da un occhio solo, e ne ricambia l'amore".
    "In caso - spiega ancora Camilli - il tratto di Properzio vuole dare ancora una opportunità a quello che viene visto come un mostro, ovvero un ciclope con un occhio solo". Ma nonostante l'animo così gentile e delicato di Properzio, l'esperta ricorda che il romanticismo non era proprio nelle corde dei romani.
    "Nell'antica Roma - conclude - l'amore non era molto sentimentale e il matrimonio era spesso un fatto politico, ma questo nulla toglie alla nostra parete dell'amore". (ANSA).
   

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