(ANSA) - ROMA, 16 DIC - La sfida scudetto dell'Olimpico
premia l'Inter. Il ritorno nello stadio che lo ha consacrato,
per Inzaghi, è dolcissimo con sei reti che certificano come
Golia, nella realtà, possa fare un sol boccone dell'outsider
Davide.
Prima del match emozione sugli spalti con il ricordo di Sinisa
Mihajlovic, doppio ex scomparso esattamente due anni fa, il 16
dicembre 2022. L'avvio è di marca laziale con Nuno Tavares e
Isaksen che testano i riflessi di Sommer, ma con il passare dei
minuti l'Inter inizia a prendere le misure al match, alzando i
giri del motore. L'episodio chiave arriva quasi in chiusura di
primo tempo con l'azione che porta alla svolta da calcio
d'angolo. Dumfries schiaccia di testa, Provedel respinge,
Martinez colpisce Gigot in testa rendendo rendendo vano il tap
in di De Vrij. Chiffi, però, viene richiamato dal VAR per un
tocco di mano proprio del difensore sul colpo di testa
dell'olandese; braccio largo che tocca il pallone, è rigore. Sul
dischetto va Calhanoglu, il turco è una sentenza con il tiro
centrale che non lascia scampo al portiere laziale e vale il
vantaggio interista. La Lazio accusa il colpo, l'Inter va a
nozze negli spazi e cala il raddoppio con l'azione che ha reso
famoso Inzaghi; da quinto a quinto, Dumfries scodella in mezzo
per l'accorrente Dimarco che, di sinistro al volo, impatta il
pallone che gonfia la rete per la seconda volta. Una gol, quello
dell'interista, che chiude il primo tempo. Nella ripresa Baroni
è costretto a cambiare Gigot, subentrato nel primo tempo a Gila,
Inzaghi risponde con Darmian al posto di Bisseck. Ma se la rete
di Dimarco aveva già il sapore della vittoria anticipata, la
sentenza definitiva la scrive Barella che, dal limite, stoppa e
calcia direttamente sotto il sette per il tris nerazzurro che
spegne ogni ambizione di rimonta biancoceleste. La Lazio
sparisce dal campo, la squadra di Baroni non reagisce e
all'Inter servono appena 3 minuti per calare il poker. Stavolta
è Bastoni a pennellare sul secondo palo, lo stacco di Dumfries,
che salta su Tavares, è imperioso e vale il quarto gol che
punisce oltre i propri demeriti i padroni di casa. Non contenti
i nerazzurri arrotondano ancora con la rete del subentrato
Carlos Augusto e il sigillo finale di Thuram punendo oltremodo
la Lazio e portando a casa tre punti fondamentali nella lotta
scudetto battendo quella che, prima di stasera e classifica alla
mano, era una delle rivali per il tricolore. Ma soprattutto
ribadendo alle avversarie, ancora una volta, come lo scudetto
sul petto non sia lì per caso. Mentre per la Lazio, abituata a
volare in alto, la caduta è fragorosa ma non va ad inficiare su
una stagione finora sopra le aspettative e che permette agli
uomini di Baroni, applauditi a fine partita dai propri tifosi,
di mantenere vive le speranze, se non di scudetto, almeno di
giocarsi un posto Champions. (ANSA).